Fioccano le medaglie di legno italiane a Londra 2012. Il totale sale addirittura a quota otto, compresa quella di Daniele Greco nella prova di salto triplo che ha comunque regalato il bronzo a Fabrizio Donato. Le ultime due arrivano dalla vela con gli equipaggi del 470, maschile e femminile, capaci di chiudere solo ai piedi del podio. I rimpianti esistono in particolare per la il timoniere Gabrio Zandonà ed il prodiere Pietro Zucchetti, la “strana” coppia formatasi da appena un biennio e che, nella medal race del 470 maschile, disputatasi venerdì dopo il rinvio di giovedì per mancanza di vento, ha fallito l’aggancio al bronzo degli argentini Calabrese-De la Fuente, presentatisi all’ultima regata avanti di tre punti appena tre punti più avanti (aritmeticamente già fuori portata degli azzurri erano i due metalli più preziosi andati a britannici ed australiani): ma la medal race, che offre la possibilità di salire due punti per ogni posizione, è stata sottotono, avendo visto la coppia azzurra terminare solo al sesto posto, distante ben 28” dagli argentini e valso quindi la quarta piazza complessiva, a nove punti dall’Argentina. Niente medaglia quindi per la vela italiana, a differenza di quanto era successo nelle tre ultime edizioni grazie ad Alessandra Sensini. Ma quest’anno la 42enne windsurfista grossetana si è dovuta accontentare di un ottavo posto nella medal race della RS:X (dove fu argento a Pechino), scendendo dal podio occupato ininterrottamente dal 1996 anche (ma non solo) per colpa di un infortunio, e nessuno tra gli altri velisti azzurri è riuscita a salire sul podio nel bacino di Weymouth, condizionato da vento e tempo ballerino per tutte le giornate di gara. La medaglia d’oro del 470 maschile è andata agli australiani Matthew Belcher e Malcolm Page. Ed Oceania protagonista anche nella prova femminile vinta dalle neozelandesi Jo Aleh e Olivia Powrie. Anche in questo caso, prestazione contraddittoria per la barca italiana. Giulia Conti e Giovanna Micol avevano già compromesso le loro speranze con il sedicesimo e diciassettesimo posto nelle regate numero otto e nove, al punto che la bella prova in medal race, chiusa al secondo posto proprio dietro le neozelandesi, non ha permesso di andare oltre la quinta piazza, la stessa ottenuta a Pechino.