Italia paese di poeti, santi, navigatori e… falegnami. A Londra 2012 infatti sono già ben sei le medaglie di legno che non compaiono nel conteggio del medagliere ma solo in quello della rabbia. Due dai tuffi e dalla ginnastica, una dalla scherma ed una dal canottaggio. Ma se negli ultimi due casi i “colpevoli” possono solo prendersela con loro stessi per non aver fatto fruttare un’indiscutibile superiorità, le polemiche fioccano per quanto riguarda quelle discipline sottoposte a voti non sempre comprensibili delle giurie. Più di qualche recriminazione insomma è più che lecita ma con un immane sforzo di obiettività si potrebbe anche provare a dire che un po’ di questo legno ce lo siamo fabbricati in casa, ecco perché siamo un po’ falegnami. Poi, è chiaro, molto dipende tanto dalle reazioni dei media che da quelle degli atleti. Perché per un Alberto Busnari improvvisatosi mister gentleman ammettendo la superiorità del suo avversario meritevole del bronzo nel cavallo con maniglie, va riscontrata la decisione con cui i commentatori Rai, nella fattispecie Igor Cassina, asseriscono convinti che Alberto avrebbe meritato la medaglia.
Vanessa vs Tania
In alcuni casi le valutazioni coincidono: basti pensare all’eleganza poco londinese con cui Vanessa Ferrari ha commentato prima l’ottavo posto nella prova a squadra (“Ottava? Sì, ma sono la prima delle donne”) e poi il quarto posto nel corpo libero, parlando a chiare lettere di “furto”, spalleggiata dalle televisioni che attaccano il regolamento ed occupano interi palinsesti per sminuire le avversarie. Ma se l’esercizio di Vanessa è stato davvero da medaglia d’oro o da argento, perché non dire subito dopo la fine dell’esercizio stesso che il punteggio di 15.900 era stato troppo basso? Perché attaccare un regolamento discutibile ma esistente e che nel passato ha regalato anche qualche soddisfazione ai colori azzurri (Cassina ad Atene 2004)? Perché non dire che Vanessa si è accontentata rinunciando a quell’ultimo flic che sarebbe valso qualche punto in più? Perché non ricordare che nella giuria del corpo libero erano presenti tre giurate italiane? E a parti invertite, con Vanessa terza e la Mustafina quarta come avremmo reagito di fronte alla rabbia della russa? Semplice: sostenendo che il regolamento è così e va accettato. Il tutto in un’Olimpiade, dove pretendere lo spirito decoubertiniano sarebbe forse troppo, ma un po’ più di eleganza non farebbe male. Per fortuna, qualche buon esempio resiste ancora: Tania Cagnotto ha incassato due enormi beffe senza prendersela con le avversarie o le votazioni. Una rabbia struggente ma composta. Come una goccia nell’oceano.
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