Italia stanca?

La storia recente dice che i tedeschi ci hanno sempre sofferto, ma ora la musica potrebbe essere diversa. Rispetto al 2006 la Germania è molto più forte, mentre l’Italia si è indubitabilmente indebolita. Ma più che sul piano psicologico la semifinale sarà una montagna dalle pendenze impossibili sul piano fisico, vista la differenza di freschezza atletica cui bisogna aggiungere il fatto che Löw ha fatto riposare tre titolarissimi contro la Grecia. E rispetto alla gara contro l’Inghilterra il discorso si è rovesciato: con le debite proporzioni ora all’Italia sarà chiesto di fare l’Inghilterra, ovvero di difendersi per poi affidarsi alle ripartenze con il chiaro intento di bucare la non imperforabile difesa tedesca, soprattutto sul lato di Boateng. Difendere sì ma possibilmente “alti”, come chiesto da Prandelli: “Preferisco prendere un contropiede al 90’ che aspettare per venti minuti”.

La tattica

Un paradosso, ma significativo. Tutto questo però sarà possibile? La partita si deciderà a centrocampo: qui l’Italia dovrà far fruttare la superiorità numerica rispetto alla coppia di mediani tedeschi e per fare questo sarà indispensabile il lavoro della seconda punta azzurra, chiamata ad un pressing continuo su Özil in modo che il talentino di origini turche non scenda per dare manforte alla coppia Schweinsteiger-Khedira trasformando il modulo in un 4-3-3: su di lui quindi il primo a dover “uscire” sarà De Rossi, se ce la farà, per lasciare più spazio a Pirlo in costruzione. Diamanti più di Cassano, quindi? La logica suggerirebbe questo, ma difficilmente Prandelli rinuncerà a Fantantonio. Fondamentale quindi sarà il rombo di centrocampo chiamato a fare densità in mezzo e bloccare gli inserimenti letali di Khedira. Non meno decisivi saranno gli esterni bassi: Müller e Podolski sono due ali atipiche, che vanno al cross ma più di frequente si accentrano, soprattutto quest’ultimo. Abate e Balzaretti avranno quindi bisogno dei raddoppi delle mezze ali De Rossi e Marchisio, ciò che è mancato nel sofferto primo quarto d’ora contro gli inglesi quando la difesa ha sbandato e non poco.

Quale undici?

Attenzione dietro, corsa in mezzo, e lucidità davanti: perché questa Germania ha due centrali forti fisicamente ma anche molto attenti in marcatura, pertanto sarà indispensabile portarli fuori posizione. Servirà quindi quella freddezza sotto porta che finora è sempre mancata all’Italia anche in partite dominate come quella di domenica sera. Perché al netto degli elogi per la pressione costante esercitata sugli inglesi va detto che pure Germania e Spagna si sono trovate di fronte due squadre chiuse a riccio e rinunciatarie come Grecia e Francia ma entrambe hanno trovato abbastanza facilmente le combinazioni per perforarle. Merito di un tasso tecnico notevolmente superiore, e da questa base Prandelli è partito per preparare la formazione anti-Germania.