Come regalo di compleanno Michel Platini si aspettava ben altro. Giovedì il grande capo dell’Uefa, il primo a dimostrare che i grandi calciatori possono anche riciclarsi nella politica sportiva, compirà 57 anni. Ma Istvan Vad, uno dei due arbitri di porta di Inghilterra-Ucraina, gli farà andare di traverso il brindisi, e come lui pure l’arbitro centrale Kassai ed il primo assistente, Eros, sul cui cognome si potrebbero costruire mille calembours. Quel pallone calciato da Devic aveva varcato interamente la linea di porta ma nessuno se n’è accorto. Così quasi senza accorgersene il calcio potrebbe aver vissuto una giornata epica, quella dell’ufficializzazione implicita dell’arrivo della tecnologia. Meno di ventiquatt’ore dopo il fattaccio il presidente Fifa Blatter non si è fatto mancare l’occasione di “punzecchiare” l’ex amico Platini: “Quanto successo in Inghilterra-Ucraina ci fa capire come l’utilizzo della tecnologia sia ormai inevitabile”.
Proprio lui che si era sempre opposto a qualunque supporto non umano all’arbitro, proprio lui che, all’indomani dello svarione durante Inghilterra-Germania a Sudafrica 2010, quando i danneggiati furono gli inglesi, allargò le braccia parlando di “bello del calcio”. Ma è bastato che il suo collega estraesse dal cilindro i cinque arbitri come panacea di ogni problema, ed ecco che Blatter è saltato sul carro più popolato, quello di chi da anni chiede l’aiuto della moviola anche se, meglio specificarlo, solo e soltanto per i gol-fantasma. In fondo il grande capo Fifa è stato forse solo più fortunato: perché l’occhio di falco, il dispositivo elettronico che permette di capire in un attimo se il pallone abbia attraversato o meno la linea bianca, è stato approntato per Inghilterra-Belgio ma non c’è stata occasione di sperimentarlo. E se avesse fatto flop pure quello? E se il congegno elettronico si fosse inceppato? Non sapremo mai la risposta, ma la fallibilità umana ha trovato un’altra conferma. Ed il 2 luglio l’International Board boccerà inesorabilmente il pokerissimo di arbitri.
Andatelo a spiegare però agli ucraini: che sia un alibi o no per spiegare il fallimento della missione quarti di finale, l’intera nazione calcistica si sente truffata. Così il giorno dell’addio ufficiale alla Nazionale di Shevchenko (disputerà solo un’amichevole di saluto) è stato macchiato dalla rabbia sfogata in conferenza stampa dal c.t. Blokhin: “Perché abbiamo bisogno di cinque arbitri se poi non vedono che una palla ha attraversato la linea di 50 cm?”. Sono parole di un ex Pallone d’oro. Sembrano quelle del presidente della Fifa.
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