
Nelson Mandela
Era in gravi condizioni ormai da mesi all’ospedale di Pretoria e attraverso un comunicato dello scorso giugno la stampa aveva avvisato sull’aggravarsi del suo stato di salute, tanto che la figlia aveva chiesto ai media di spegnere i riflettori e permettere alla famiglia di accompagnare Nelson Mandela nei suoi ultimi momenti di vita.
Il bollettino medico allora dava in effetti poche speranze: pare infatti che Mandela non reagisse più alle cure e che le sue condizioni di salute, causate dal peggioramento di una grave polmonite, fossero disperate. Invece non è stato così: Madiba ha combattuto ancora una volta, lottando con le sue ultime forze e riuscendo a sopravvivere alla malattia ancora per qualche tempo, fino a ieri, giovedì 5 dicembre, quando il presidente sudafricano, Jacob Zuma, ha dovuto dare al mondo la notizia della morte dell’eroe della pace.
Nelson Mandela aveva 95 anni e da diversi anni uno stato di salute ormai precario. Nel 1999 dovette infatti ritirarsi dalla carica di Presidente del Sudafrica, anche se continuò sempre a lottare insieme a varie associazioni per i i diritti sociali, civili e umani, ricevendo per questo numerose onorificenze.
Una fra tutte il Premio Nobel per la Pace nel 1993, assieme al politico sudafricano Frederik Willem de Klerk, “per il loro lavoro per la risoluzione pacifica del regime di apartheid, e per aver gettato le basi per un nuovo Sudafrica democratico”.
Nelson Mandela è stato uno di quei personaggi che hanno cambiato davvero il mondo e che occuperà le pagine più belle dei libri di storia: leader del partito politico ANC (African National Congress), Mandela ha fortemente combattuto per il suo più grande valore e principio umano, la libertà, lottando contro la segregazione razziale, le imposizioni e le discriminazioni inflitte in particolare ai neri.
Nelson Mandela sarà sempre ricordato in particolare per la sua lotta contro l’apartheid, a causa della quale scontò più di 25 anni di prigionia, rinunciando in nome dei suoi principi all’offerta da parte del governo della libertà condizionata: Mandela, infatti, fu a comando della lotta armata contro l’esercito per porre fine all’ apartheid. Fu detenuto fino al 1990 e una volta tornato in libertà si candidò alla Presidenza del Sudafrica: vinse l’elezione e guidò il Sudafrica verso l’affermarsi di un regime democratico…
Tanti i messaggi di cordoglio da parte delle più alte cariche di Stato mondiali. Da oggi fino al giorno dei suoi funerali di stato, le bandiere africane rimarranno a mezz’asta. “La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa”, così lo ha salutato Zuma.
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