Prima manche
Nice (“Lonely Boy“) 6.5: in poco più di tre minuti e venti di due esibizioni una cosa si è capita: Nice ha una gran bella canna. E fin qui tutti d’accordo, così come è innegabile che passare da Mina ai Black Keys non è roba da tutti. Controllo di una voce potentissima e capacità di stare dentro ogni tipo di pezzo. Insomma, gran qualità. Ma, detto questo, dovrà dimostrare anche di saper cantare su tonalità più basse.
Donatella (“Lamette“) 6: copia ed incolla rispetto a sette giorni fa, eccetto un passo centrale della canzone che ha regalato qualche salto in alto delle voci, anzi della voce, perché il pezzo è stato accuratamente preparato per cantare all’unisono e non far sentire le imperfezioni dell’intonazione. Arisa opta per un’altra scelta strategica, con più effetti, messa in scena e dance, che cantato. Brave, ma di fatto ingiudicabili. A quando un cambio di strada?
Romina (“The Voice“) 6.5: un passo in avanti rispetto alla prima puntata pur con un pezzo musicalmente abbastanza simile. La canzone non era affatto facile da interpretare ma Romy, pur provenendo da tutto un altro mondo canoro, si è impegnata e c’è riuscita. Ma nei toni bassi, come giustamente notato da Arisa, c’è ancora molto da migliorare.
Daniele (“Madness“) 7: gran voce, potente e senza imperfezioni, possesso della lingua inglese e sicurezza di sé stesso. La canzone è nota, forse non difficilissima ma perfettamente adatta alle sue caratteristiche. Una settimana dopo la bella prova d’esordio non si monta la testa e mostra una gran sicurezza: non è ancora una star già fatta ma è ben avviato anche se resta da migliorare una mobilità sul palco ancora troppo ridotta. Ma lo attendiamo alla riprova su brani italiani melodici.
Akmè (“Voglio vederti danzare“) 5.5: rispetto alla criticata prova d’esordio in cui aveva cantato solo Rosa si è deciso di dare più spazio ai fratelli ma non ha affatto convinto l’ouverture quasi recitato da Vito e Vitangelo. La sensazione è che i ragazzi non abbiano ancora trovato la propria strada e questa volta è andata in difficoltà pure Rosa, a disagio su qualche nota bassa di Battiato. I brani del Maestro sono molto difficili da interpretare e capire, e gli Akmè non sono mai entrati davvero nella canzone. Ballottaggio inevitabile, eliminazione pure.
Ics (“The Message“) 6.5: altro pezzo simbolo dell’hip-hop, ed altra super-performance. Rispetto a The Sex Machine il brano è leggermente più cantato ma il ragazzo se la cava egregiamente, con la solita sicurezza nei movimenti ed un gran fiducia in sé stesso. E la sensazione è che pure i mezzi vocali non siano affatto male.
Seconda manche
Yendry (“Call me maybe“) 6: condizionata da un grave problema di salute, dei noduli in gola, la bella italo-domenicana tira fuori la voce che le è rimasta e tanta grinta. La canzone è famosa, orecchiabile e ballabile ma lei ci mette anche tanto altro a cominciare da un’intonazione finalmente convincente da unire ad una buona presenza sul palco, sicuramente agevolata dal suo fisico. Dopo l’orrore sul pezzo di Nina Zilli sembra aver trovato la sua strada. Ma, detto questo, non trasmette molto: brava, ma scolastica.
Chiara (“Over the rainbow“) 8: eh sì, Chiara è davvero oltre l’arcobaleno. Prestazione da urlo per la simpatica cantante padovana che sembra davvero avere già messo in cassaforte la vittoria. Il brano ha oltre settant’anni di vita ma Chiara è riuscita a renderlo attuale con un’intonazione perfetta ed un arrangiamento strepitoso by Morgan. Mai una sbavatura, quando canta si trasforma davvero dal goffo orsacchiottone di tutti i giorni. Sembra una cantante già fatta, standing ovation meritatissima. Era dai tempi di Marco Mengoni che ad X Factor non si assisteva a prove del genere.
Frères Chaos (“Crystalized“) 6.5: perfetti, ma accademici. Un altro copia ed incolla rispetto ad una settimana fa, come tipo di brano e come messa in scena: davvero troppo uguale per non far sospettare che i ragazzi siano solo questo. La loro bravura è fuori discussione, come pure il fatto che la loro strada ideale sia proprio questa. Certo, dal punto di vista discografico il prodotto è molto di nicchia e la semi-bocciatura del ballottaggio è un segnale da non sottovalutare. Anche perchè in Mi sono innamorato di te durante il ballottaggio se la sono cavata più che bene. Magari, anche se smettessero di guardarsi ogni volta negli occhi come due piccioncini non sarebbe male.
Davide (“Iris“) 6: ma siamo davvero sicuri che non conoscesse l’inglese? Canta una canzone simbolo dell’ultimo ventennio e non sbaglia quasi nulla, grazie all’unica cosa, pur fondamentale, che ha mostrato di avere: una gran bella voce. Ma nonostante il brano moderno non riesce a spaccare davvero: troppo manieristico ed antico.
Cixi (“Tutto l’amore che ho“) 5.5: le canzoni di Jovanotti sono storicamente difficili da interpretare, compresa questa. Soprattutto per una 16enne che vuole pure provare a personalizzarla: buon’idea ma qualcosa non ha funzionato confezionando un prodotto coraggioso ma che non convince del tutto perchè il bagaglio vocale di Cixi non sembra all’altezza del repertorio di Cherubini.
Leave A Comment