Singles un popolo in crescita


Status single. Ieri discriminati, oggi orgogliosi di essere soli. La rivoluzione di una categoria sociale in costante aumento. Sempre più disinibita e corteggiata anche dal mercato. Lui, lei, single. Sembra una terza “categoria” la folla di persone sentimentalmente libere che sta occupando lo scenario dei nostri giorni.

Sono 5 milioni e 200 mila gli italiani che da soli compongono una famiglia. A cui si aggiungono circa 2 milioni e mezzo di divorziati,
l’11% della popolazione italiana. Decisa a ribaltare il pregiudizio di lupi solitari che li accompagnava, a sfoggiare un “single pride” da esibire come un anello, il più classico simbolo di promessa nuziale, che in versione cuori solitari va però indossato sulla mano destra.

Le americane “libere e felici” se lo regalano da sole, senza aspettare un ipotetico fidanzato. Quando l’agenzia pubblicitaria Ruta Fox lo lanciò su Internet, mai avrebbe immaginato che 5 mila single newyorchesi l’avrebbero immediatamente acquistato, e che testimonial come Britney Spears e Halle Berry lo avrebbero trasformato in un accessorio imperdibile. A Parigi spopola l’anello Nozatoo, neo simbolo della rivoluzione single.

Il fenomeno è globale e le cifre impressionanti. Negli Stati Uniti i single rappresentano un quarto della popolazione, in Francia sono 14 milioni. Una categoria ribattezzata ‘Jjms’ (‘jeunes jolies mais seules’), giovani felici ma soli. Ovunque in netta crescita, tanto da indurre a chiedersi come condizioneranno lo scenario sociale, culturale, economico e politico dei prossimi anni. Impossibile negare l’importanza e la potenza di un tale gruppo sociale.

Dopo l’orgoglio femminista e quello gay è insomma arrivato l’orgoglio single. Come sottolineano serie tv e libri. Red Dress Ink di Arlequin Mondadori sforna libri al femminile singolare in nome della ‘single attitude’: predisposizione naturale a osservare la giungla metropolitana, fatta di single, coppie felici e coppie scoppiate, con ironia e un pizzico di presunzione: che in fondo stare da soli non sia poi così male. E le icone del fenomeno ribadiscono il concetto: “Sono Carrie Bradshow. Vi annuncio che mi sono appena sposata con me stessa, ho depositato la mia lista nozze da Manolo Blahnik. Grazie”, ripete la segreteria in un episodio di Sex and the City. Nel frattempo, e in attesa che le strutture sociali cambino, il mercato continua a mobilitarsi, promuovendo la straordinaria propensione al consumo dei single.

L’Istat informa che il 24 per cento delle famiglie italiane è rappresentato da una persona sola? Allora Kitchen, store milanese dedicato al mondo della cucina, lancia le “liste per i nuovi single”. Sulla falsariga delle tradizionali liste nozze. Destinate a chi non sa come attrezzare una cucina. “Non è mica stato uno sforzo di creatività”, confessa Paola Bresciani, ideatrice con Myriam Koppel di Kitchen: “Erano i clienti, manager, professionisti, impiegati o separati, incapaci di districarsi tra mille dubbi pratici, a farci questa richiesta. Oggi abbiamo più liste per single che per coppie”.

Decisi a rivendicare la loro presenza e a “contare di più”. “Anche perché parliamo di una categoria davvero fluida: prima o poi potrebbe toccare a tutti”, scherza Silvia Marongiu di One2One, tour operator di viaggi per single, che sforna proposte garantendo un numero di partecipanti maschi e femmine sempre uguale.
Andar per mare sembra la frontiera preferita dai single. A bordo delle navi, così come nei locali di molte città italiene furoreggia lo “speed date”: gioco di coppia con lo scopo di fare nuove conoscenze.

Festival Crociere, dopo il successo della Single Week di qualche tempo fa, è pronta a replicare, in giro per il Mediterraneo. Già da qualche anno i single rappresentano la categoria emergente, ma negli ultimi tempi sono stati oggetto-soggetto di una rivoluzione culturale. Prima erano emarginati, “colpevoli” di essere soli, persi in un mondo di “confezioni formato famiglia”. Oggi non solo non devono più cercare prodotti e divertimenti pensati per chi vive da solo, ma devono fuggire da una caccia spietata.

Da emarginati del consumo a superstar per aziende. Come dimostrano le campagne pubblicitarie con sempre meno famiglie tradizionali e sempre più single”.

“Siamo solo agli inizi”, dice il sociologo Jean-Claude Kaufmann, che dopo il successo internazionale di “C’era una volta il principe azzurro” (Mondadori), è ormai diventato un portavoce ufficiale dei single: “Il numero di persone sole che stanno bene con se stesse è cresciuto molto e tenderà ad aumentare”.

Persino l’inossidabile Barbie ha cambiato strategia. Al suo fianco, al posto di Ken, è comparso un nuovo personaggio. E la Mattel ha chiarito: a 45 anni Barbie è diventata single.