Criscito non sarà all’Europeo: non è questo il suo primo obiettivo, ora vuole solo chiarire la sua posizione”. Così ai microfoni di Sky Sport 24 il vice-presidente della Figc Demetrio Albertini, che ha quindi sgombrato il campo dagli ultimi dubbi, se c’erano, riguardo al possibile inserimento nell’elenco dei 23 per Polonia ed Ucraina del difensore dello Zenit, iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Cremona con la pesante accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e nei guai per alcune foto che lo ritraggono insieme a rappresentanti del cosiddetto gruppo degli “Zingari”. La lista avrebbe dovuto essere diramata alle 12 di lunedì ma i noti fatti della mattinata hanno portato ad un inevitabile slittamento.

Probabile che, almeno a livello ufficiale, non si parlerà apertamente di una rinuncia a Criscito da parte del ct Prandelli, quanto di una espressiva volontà del giocatore ma è inevitabile pensare che il primo no, seppur a malincuore, sia partito dallo stesso commissario tecnico, ligio al suo codice etico. E’ stata quindi una mattinata difficile a Coverciano, scossa non solo dalla perquisizione di Criscito ma pure da quella a carico di Antonio Conte, l’allenatore della Juventus indagato per fatti risalenti alla scorsa stagione quando il tecnico leccese ha condotto in Serie A il Siena. Il tutto pochi giorni dopo le ottimistiche dichiarazioni di Chiellini (“Sono sicuro che a luglio ritroverò Conte in ritiro”) e soprattutto dopo quelle alquanto intempestive di Buffon riguardo al malcostume italiano di “accomodare” partite nel finale di stagione. L’inchiesta attuale sembra ben diversa dalle solite chiacchiere di fine campionato. La speranza è che, come successo nel 2006, il gruppo azzurro si compatti e si dimostri più forte di tutto.

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