Ora Alex è un uomo felice, o quanto meno sollevato. Nella conferenza stampa indetta a Bolzano per chiarire i dettagli dello scandalo che l’ha travolto, Schwazer conferma tutto quanto dichiarato a caldo poco dopo l’ufficializzazione della positività, dall’”ho agito tutto da solo” a “è finito un incubo, quello della mia carriera”, con il particolare dell’ammissione di aver acquisito il prodotto “in una farmacia turca, dove l’Epo si può comprare senza troppi problemi. La prima iniezione l’ho fatta il 13 luglio, dopo un controllo antidoping. L’ultima il 29. Non sono riuscito a resistere alla tentazione di poter andare più forte a Londra, ma l’idea è stata solo mia. Poi il 30 si sono presentati quelli della Wada a casa mia: avrei potuto non aprire perché si possono saltare fino a due controlli all’anno, ma non me la sono sentita di mentire ancora. Ora posso ricominciare la mia vita”. Meno di ventiquattr’ore dopo quell’uscita infelice al Tg1, con le allusioni a chi bara ma non viene scovato (come, a parere di Schwazer, la nuotatrice cinese Ye Shiwen), Alex rimette nella fodera l’ascia di guerra e torna un agnellino spaurito. Ma sgravato da un peso, anche se quello più grande è stato quello di mentire alla fidanzata Carolina Kostner: “Lei non ha mai saputo nulla, lo ho detto che in frigorifero c’era vitamina B2”.
Addio all’Arma
Sulle frequentazioni col dottor Ferrari, Schwazer è perentorio: “Lo conosco ma non lo frequento più dal 2006, quando scoppiò il caos sui ciclisti”. Un atteggiamento di liberazione che stride con le lacrime che accompagnano le sue parole, e che mettono ancora una volta in evidenza le contraddizioni dell’uomo, più che dell’atleta. Alex non attaccherà più alcun numero alla sua maglietta, e forse non guarderà mai più una gara di marcia in tv. Di certo da domani non sarà neppure più un Carabiniere: “Andrò presto a Bologna per restituire pistola e tesserino. La mia carriera è stata quetsa anche grazie ai gruppi sportivi. E adesso ho deluso tante persone e tanta gente che stava con me”. Al di là della fragilità psicologica del ragazzo, non si può che andare indietro nel tempo e ripensare a quanto accadde nell’agosto 2005, quando il suo nome ed il suo cognome si affacciarono per la prima volta nel firmamento dell’atletica. Mondiali di Helsinki, questo ragazzone altoatesino sorprese tutti conquistando la medaglia di bronzo nella 20 km a soli vent’anni: tutti, al suo posto, festeggerebbero commossi. Lui no: all’arrivo getta per terra il cappellino e durante le interviste dichiara un chiaro malcontento per non aver fatto di più. Voler primeggiare, sempre e ovunque, chiedendo al proprio fisico più di quanto esso sia in grado di dare. Riletta oggi quell’istantanea chiarisce molte cose, insieme all’insofferenza provata dal ragazzo negli ultimi tre anni senza risultati. Ma non tutte.
Futuro
Perché anche se la carriera di Alex è finita le indagini dovranno andare avanti, nella maniera più celere ed anche spietata possibile. Tutto ruota attorno a quel “ho fatto tutto da solo”. E’ davvero possibile? Per molti, se non per tutti, non può essere davvero andata così, perché acquistare Epo su internet è pericoloso, e se invece tutto questo fosse vero, il sospetto ancora peggiore è che Alex sia un esperto di tali pratiche visto che iniettarsi tale sostanza da soli non è affatto semplice. E quel dubbio sulle date? Il controllo effettuato il 30 e la rinuncia alla 20 ufficializzata il 28? Per finire con i dubbi su chi l’ha seguito ed assistito negli ultimi tre anni: come non sospettare nulla dopo la decisione di isolarsi a Saint Moritz? Tante, troppe contraddizioni che le varie Procure saranno chiamate a chiarire. Magari anche con la collaborazione di Alex: che da oggi è tornato a vivere.
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