Il conto alla rovescia sta per finire. Le fedi sono pronte, e vi siete ripassati a mente per 100 volte il tragitto da compiere fino all’altare. Che, però, dev’essere fatto in tutta naturalezza. Già, perché manca l’ultimo dettaglio, quello delle scarpe da sposa.
Scelta per la quale sarà necessario trovare il giusto compromesso, e fare qualche rinuncia.
Perché, per chi può permetterselo, per fare sfoggio di gusto e lusso ci sarà tutto il tempo, ma dopo.
La parola d’ordine per il gran giorno è comodità.
Ok, è sempre possibile ricorrere al cambio in corsa, portando con sé due paia: quello super elegante per la cerimonia, e quello easy per il ricevimento, ma chi non volesse optare per il pit stop dovrà considerare tante variabili.
La prima riguarda le proprie tasche. Non abbiate remore a rifornirvi presso i centri commerciali. Oggi vanno per la maggiore, e le buone proposte non mancano. Se prima di sposarvi siete già passati per un altro giorno indimenticabile, quello della laurea, fate mente locale, e ripensate a dove avete messo abito e calzature di quando siete state cinte d’alloro. Nella migliore delle ipotesi, giacciono inutilizzati da tempo, e a ridere sono i negozianti che vi hanno servito. Insomma, raso e cristalli Swarovski applicati sono belli, ma anche no. Piuttosto, non formalizzatevi: se avete deciso di fare il grande passo sotto Natale, o in un inverno gelido, nessuno vi dirà nulla se calzate un paio di stivaletti.
Ma il particolare essenziale è legato al tacco, che ne porta con sé un altro: quello dell’altezza, vostra, e dello sposo.
Ovvio che è meglio evitare l’effetto articolo Il. Uscire dalla chiesa camminando fianco a fianco tipo Danny De Vito e Arnold Schwarzenegger ne “I gemelli” sarebbe imbarazzante per entrambi. Se chi vi impalmerà non ha un futuro da pivot, niente tacco alto, ma piuttosto un bel paio di sandali-gioiello, di gran moda, o delle ballerine, con o senza cristalli ad impreziosirle. A patto, però, ovviamente, che non ci si sposi in pieno inverno, e che vadano d’accordo con il vestito, perché va bene il kitsch, ma l’abito da favola con le paperine proprio non si può vedere. E comunque, stagione a parte, non bisogna esagerare con le “aperture”, in particolare in chiesa.
Nei casi contrari, che sono poi quelli più frequenti, dipenderà anche dalle vostre forme, intese non come curve mozzafiato, bensì come rotondità. Se non siete proprio modelle, il tacco è fondamentale per slanciare, ed evitare di farsi guardare in modo imbarazzato dalla suocera. Non troppo se non siete abituate, sempre in omaggio alla comodità di cui sopra, ma l’occasione vale bene uno sforzo, e un pizzico di mal di schiena. Al massimo, tra qualche anno vi riguarderete nell’album sorridendo.
Chiudiamo con altri due dettagli tutt’altro che minimali, legati a colore e forma.
I tempi del tutto bianco, o del tinta unita, appartengono al passato, oggi il famolo strano non è affatto raro: rosa (ma non shocking…) e blu elettrico possono essere buone opzioni, ma è chiaro che se si vuole infrangere la tradizione del bianco non bisogna esagerare nel percorrere la strada della rivoluzione. Niente punte troppo punte che vanno di moda oggi, al massimo una leggera squadratura.
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