
Marco Carta
Sanremo al passo con i tempi
Dimmi che musica ascolti e ti dirò chi sei. Il nuovo millennio, tra ipod, itunes ed altre amenità, sta segnando il sorpasso della musica fai da te rispetto a quella originale: la tecnologizzazione di massa impera ed allora la musica degli anni 2000 è uno strumento sempre più giovane. Inevitabile che tutto questo non si riverberasse anche sulla manifestazione più tradizionale ed ortodossa non solo del panorama musicale ma dell’intero costume italiano, il Festival di Sanremo. Si conclude quindi con l’edizione 2009 il nostro viaggio in sei puntate nella storia della kermesse: siamo partiti dall’avvento della televisione, siamo passati dalla nascita dell’Auditel e chiudiamo con quella dei talent show, che in fondo mette d’accordo i due aspetti visto che la vittoria dell’edizione numero 59 fu di fatto la prima “televotata” della storia del Festival.
La prima parte degli anni 2000 non è stata affatto positiva: dopo i trionfi di ascolti del biennio di Fabio Fazio il ritorno a presentazioni più tradizionali ha coinciso con una crisi di consenso tale da rigettare il Festival indietro di trent’anni quando, prima della rinascita di metà anni ’80, si discuteva addirittura della stessa sopravvivenza della manifestazione.
Fallito il debutto di Raffaella Carrà così come deludenti furono i risultati del ritorno di Pippo Baudo, nel 2002, dopo sei anni di attesa. Per rinascere occorreva un animale da palcoscenico. Il nome giusto fu quello di Paolo Bonolis: arrivato all’Ariston nel 2005, rivoluzionò subito il regolamento ristabilendo le eliminazioni, sul modello dei reality show e dei talent. Ma se le polemiche accompagnarono il post-Festival, pure il pre non fu da meno. Al centro delle discussioni dei giorni della vigilia infatti c’è il milione di euro che la Rai ha garantito a Bonolis, così come il testo della canzone di Povia, Luca era gay, poco gradita ai puristi e trampolino per i critici del cantante milanese, accusato di strumentalizzare un argomento così delicato.
Ed a proposito di tasti dolorosi, per la serie Sanremo utile, la serata finale vivrà sulla presenza sul palco degli operai Fiat cassintegrati a Pomigliano: “Coraggio, ragazzi” dice Bonolis, sempre attento alle tematiche sociali. I risultati comunque furono strepitosi: 10.300.000 spettatori di media e 48% di share. La crisi era alle spalle.
Gara – Sanremo Graffiti, 2009
Solo sedici i cantanti in gara, con una buona rappresentanza di “miti”, da Al Bano a Fausto Leali, e di giovani. Ben sei i campioni del passato: oltre ad Al Bano e a Leali anche Iva Zanicchi, Marco Masini, lo stesso Povia e Francesco Renga, che si aggiudicò la prima edizione condotta da Bonolis, nel 2005. Quattro gli esordienti: Gemelli Diversi, Afterhours (che vinceranno il Premio della Critica), il giovane Marco Carta, reduce dal trionfo del talent Amici, e Sal Da Vinci.
Il regolamento prevedeva tre eliminazioni dopo la prima serata ed altre tre nella seconda, decretate dalla giuria demoscopica: nomi illustri furono “giubilati”, con la Zanicchi furibonda per l’eliminazione del suo brano sul “sesso senza amore”. Al Bano tornò in gara nel ripescaggio di giovedì.
La finalissima vide in gara i dieci “sopravvissuti”: al termine delle esibizioni il voto misto giuria-televoto avrebbe determinato i primi tre, che si sarebbero poi sfidati partendo da zero con i soli voti da casa: sparisce quindi la classifica completa. Ed anche se i rumors della vigilia furono confermati, fece effetto il trio di finalisti comprendente Marco Carta, con la sua canzone dedicata alla madre scomparsa, il “coraggioso” Povia e proprio Sal Da Vinci, della “scuderia” D’Alessio.
Il confronto a tre sembrò scritto prima di partire. Come pensare che un outsider come Da Vinci o un pezzo problematico come quello di Povia potessero mettere in discussione la cascata di voti in arrivo per Carta, idolo delle ragazzine e dei messaggiatori? Il verdetto insomma non sorprese nessuno, al punto che qualche sito internet e qualche redazione di quotidiani, per combattere i tempi a dir poco dilatati, anticiparono di qualche minuto il nome del vincitore. Non si sbagliarono, ma si persero l’ultima polemica, legata alla presenza poco distante dal palco di Maria De Filippi, per molti la vera artefice del “fenomeno-Carta”, e reduce dalla co-conduzione della finalissima con Bonolis: “Non si può rovinare nè avvilire il sogno di un ragazzino con inutili malignità” disse la De Filippi all’indomani del trionfo del pupillo.
Quante Nuove Proposte!
La sezione Nuove Proposte rispettò alla lettera il proprio nome: da anni infatti non si assisteva ad una parata di voci così interessanti e differenti tra loro. Nn poteva certo mancare il prodotto televisivo, nella fattispecie Karima, anch’essa made in Amici, ma la cantante italo-algerina dovette accontentarsi del secondo posto: dietro di lei Malika Ayane, che con Come Foglie regala un brano già entrato nella storia del Festival, ma pure Simona Molinari, Chiara Canzian (figlia di Red dei Pooh) e Irene Fornaciari, erede di Zucchero. Impossibile però pensare di scalzare dal gradino più alto del podio Rosalba Pippa, per tutti Arisa, acronimo delle iniziali dei suoi famigliari: un modo come un altro per esprimere la semplicità di questa ragazza genovese di nascita ma lucana di adozione che dopo il trionfo ringrazia i genitori (“Sono figlia di un autista dei mezzi pubblici e di una casalinga. Se ce l’ho fatta io, possono farcela tutti”) e che si presenta in scena con occhialoni demodè così come la canzone, Sincerità, destinata però a diventare un tormentone, favorito dalla voce potente ma perfetta dell’interprete, che l’accompagnerà anche negli anni successivi, quando cambierà look e repertorio. E finirà a fare il giudice in un talent…
Arisa canta Sincerità
Ospiti – Festival Sanremo 2009
Per le guest star non si badò a spese. La serata del giovedì fu consacrata al ricordo: da Gino Paoli a Lelio Luttazzi, da Ornella Vanoni a Lucio Dalla fino a Riccardo Cocciante e Massimo Ranieri, tutti cantarono i grandi successi che li resero famosi. Ma non mancarono le delusioni. Dimenticabile la presenza di Vincent Cassel così come la comparsata di Hugh Lefner con le sue conigliette (povero Festival, che fine stai facendo…), forse studiata a tavolino l’irruzione alla “Cavallo Pazzo” della pornostar Laura Perego, che protesta contro le pellicce delle signore, si salvano Annie Lennox, la pop star del momento Katy Perry (che sfoggia un succinto abito nerazzurro in onore dell’interista Bonolis…) e soprattutto la Pfm che omaggia De Andrè mentre l’Ariston si commuove per l’addio a Mino Reitano, scomparso un mese prima. Tutto però fu riscattato dal trionfo di applausi (e di ascolti) del ciclone-Roberto Benigni, tornato a Sanremo dopo sette anni di assenza. Si discusse all’infinito sul misterioso ammontare del suo cachet ma i quasi venti minuti di monologo zeppo di allusioni politiche ma pure su riflessioni sociali (in particolare sull’omosessualità) servì a Rai Uno per portarsi a casa un 48% di share e per alimentare la macchina mediatica collegata al Festival.
Bilancio
Per la prima volta nella storia recente al successo di pubblico non corrispose quello della critica: i dubbi legati alla massificazione del Festival spaccarono gli esperti tra tradizionalisti ed innovatori, poco scandalizzati dall’ascesa dei figli dei talent. Come e più rispetto all’era del Totip tornarono a galla le perplessità, per non dire le malignità, sui sistemi di votazione. “Carta ha vinto grazie al suo talento ed al meccanismo di votazione” si difese Bonolis “Sanremo deve stare al passo con i tempi e far trionfare sempre la musica: e penso che sia andata così”. I passi successivi della carriera di Carta non sono stati per il momento all’altezza delle aspettative ma la direzione era ormai tracciata. Su nove posti sul podio delle successive tre edizioni del Festival ben cinque sono andati a prodotti di programmi televisivi. E’ questa la musica italiana del ventunesimo secolo: progresso o deriva?
Classifica finale Sanremo 2009
- Marco Carta La forza mia
- Povia Luca era gay
- Sal Da Vinci Non riesco a farti innamorare
Alexia e Mario Lavezzi Biancaneve
Marco Masini L’Italia
Patty Pravo E io verrò un giorno là
Al Bano L’amore è sempre amore
Pupo e Paolo Belli con Youssou N’Dour L’opportunità
Fausto Leali Una piccola parte di te
Francesco Renga Un uomo senza età
6-fine
Leave A Comment