
Marco Mengoni è in testa dopo la terza serata
Il potere del televoto
Si chiama Festival della Canzone Italiana, si legge Sanremo Talent. Arriva a notte inoltrata la prima svolta dell’edizione 2013: si comincia a fare sul serio, emergono le prime graduatorie e, immancabili, le prime polemiche. Più che giustificate, peraltro, visto che la classifica parziale dei 14 Campioni non sembra rispecchiare esattamente i valori espressi sul campo, per usare un termine sportivo. Volendo essere cattivi si può dire che la classifica è esatta, solo che andrebbe rovesciata. Ma invece è tutto vero, e sarà meglio farci presto l’abitudine visto che stiamo parlando di un bel pezzettino dei voti complessivi: il televoto della terza serata infatti coprirà il 25% della valutazione totale che formerà la classifica definitiva sabato sera. Quindi, seppur un po’ forzato, non è sbagliato sostenere che Marco Mengoni ha vinto un quarto di Festival 2013, o se preferite ha tagliato per primo il traguardo dei 10 km della maratona: c’è infatti la sua L’essenziale in vetta alla classifica. Risultato sorprendente ma non troppo se si guardano le altre posizioni di vertice: secondi i Modà con Se si potesse non morire, terza Annalisa con Scintille, quarta Chiara con Il futuro che sarà. Ovverosia: tre prodotti da talent ed il gruppo più amato dai ragazzi (ma soprattutto dalle ragazze).
Classifica capovolta
Insomma fuori dai denti si può sostenere che la serata è stata dedicata al pubblico più giovane, emotivamente coinvolto ma magari non sempre (non abbiamo detto mai: non sempre) competente, e pronto a far passare in primo piano le preferenze personali rispetto a quelle oggettive. Si dirà: qualunque voto è soggettivo. Certo, ma un conto è un parere di pancia e tutto un altro una valutazione dettata sì dal gusto ma che vada a braccetto con la qualità. D’altronde è tutto molto chiaro, ed il resto della classifica lo conferma: agli ultimi due posti troviamo infatti gli Almamegretta ed i Marta sui Tubi, poco amati o addirittura sconosciuti dal pubblico televotante. E come spiegare il terz’ultimo posto, avete letto bene terz’ultimo posto, di Malika Ayane, protagonista forse della miglior performance della serata? Ed il quint’ultimo di Max Gazzè? Ed il 9° di Daniele Silvestri? Tutti i pareri vanno rispettati ma la qualità deve venire prima di tutto: anche così si invogliano i grandi cantanti a venire al Festival. Comunque tutto è ancora in divenire ed il 75% dei voti dev’essere ancora espresso: di certo la Giuria Stampa ha pareri molto diversi…
Marco Mengoni in L’essenziale
La classifica parziale
- Marco Mengoni: “L’essenziale“
- Modà: “Se si potesse non morire“
- Annalisa: “Scintille“
- Chiara Galiazzo: “Il futuro che sarà“
- Raphael Gualazzi: “Sai (ci basta un sogno)“
- Simona Molinari-Peter Cincotti: “La felicità”
- Maria Nazionale: “E’ colpa mia“
- Elio e le Storie Tese: “La canzone mononota“
- Daniele Silvestri: “A bocca chiusa“
- Max Gazzè: “Sotto casa“
- Simone Cristicchi: “La prima volta (che sono morto)“
- Malika Ayane: “E se poi“
- Marta sui Tubi: “Vorrei“
- Almamegretta: “Mamma non lo sa“
Secondo ascolto: migliorano tutti i brani
Dal punto di vista tecnico la serata è stata eccellente: quasi tutti i brani si sono rivalutati grazie al secondo ascolto. Compreso, ovviamente, quello di Marco Mengoni, che da queste colonne era stato descritto come uno dei pezzi meno convincenti. Ma un gradino sopra a tutti sono stati (o forse è meglio dire erano) Malika e Gualazzi, ovvero i favoriti della vigilia (almeno prima di oggi…): brani sostanzialmente simili per la raffinatezza, la difficoltà interpretativa ed il bellissimo arrangiamento oltre che per il crescendo dalla seconda parte. Straordinaria la grazia interpretativa di Malika, più “vissuto” Raphael: non vederli sul podio sarebbe un delitto. Conferme per Gazzè, Silvestri e Cristicchi, lievitano anche i consensi per Chiara il cui brano di Bianconi necessita di più ascolti per farsi apprezzare, insieme all’armoniosità della voce della cantante veneta. Si riparte sabato con questa classifica: ne vedremo delle belle, con il 50% del voto Stampa e l’altro 25% del televoto. Ma la rimonta di Malika sembra già impossibile: Festival stregato, quindi, per l’italo-marocchina dopo la delusione del 2013. Piazzato meglio Gualazzi, che dovrebbe essere rivalutato dalla stampa. A questo punto è lui il favorito numero uno.
E’ talent-mania anche tra i Giovani
E la conferma del tema talent si è avuta dai risultati della seconda semifinale della categoria Giovani: a raggiungere Renzo Rubino ed i Blastema infatti sono Antonio Maggio ed Ilaria Porceddu, che si confermano separati alla nascita. Entrambi protagonisti fino all’ultima battuta della prima edizione di X Factor: Antonio vinse addirittura come voce solista degli Aram Quartet, poi scioltisi, mentre Ilaria fu eliminata in semifinale da Tony Maiello, vecchia conoscenza sanremese per aver vinto la categoria Giovani nel 2010 con Il linguaggio della resa, prima di un inatteso quanto rapido declino. Il destino ha rimesso insieme (artisticamente) la coppia Maggio-Porceddu, ma questa volta il verdetto è a prova di polemica: schiacciante la superiorità dei due ragazzi sul duo bolognese formato da Andrea Nardinocchi, debole e monocorde nella sua sofferta storia d’amore de La storia impossibile e dal demodè Paolo Simoni. La bella, orecchiabile ma anche complessa e profonda marcetta di Antonio Maggio, Vorrei sapere, con venature swing, si candida allora per la vittoria finale tallonando Il postino (amami uomo) di Rubino, che sembra la favorita. E che dire di Ilaria Porceddu? Il suo elegante In equilibrio, in perenne sospensione sul filo del circo della vita, ha chiuso al meglio la serata: impossibile aspettarsi di meno da un’artista già formata e completa, con alle spalle fior di esperienze teatrali. No: questa volta i talent non c’entrano. Ha prevalso la qualità. Questa volta.
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