Più forti di polemiche e pregiudizi
Se non amate i figli dei talent, se per voi i veri cantanti sono quelli che cominciano dal basso, se per voi la gavetta vale mezza carriera, inoltratevi a leggere questo articolo. Perché si fa presto a dire esordio, ma ci sono debuttanti e debuttanti. Anche a Sanremo: per esempio c’è chi sta per presentarsi per la prima volta assoluta sul palco dell’Ariston dopo una già apprezzata carriera, come Almamegretta, chi si approssima a svezzarsi dal pianeta talent dopo qualche anno di “apprendistato”, come Annalisa Scarrone, e ancora chi, come Chiara Galiazzo, non ha quasi fatto in tempo ad uscire dall’anonimato. Ma c’è pure chi al debutto c’arriva dopo tanti anni di musica di nicchia, ed oltretutto due anni dopo essere andati ad un passo dal salire su quel palco per poi vedere svanire il sogno per colpa di un’eliminazione. Parliamo dei Marta sui Tubi, folk band bolognese, all’avanguardia nel genere della musica creativa ed indipendente, che nel 2011 avrebbe dovuto accompagnare Anna Oxa in “La mia anima d’uomo“ nella serata del venerdì riservata alla rivisitazione del brano con l’ausilio di artisti esterni: ma la cantante pugliese non passò il barrage dei primi due giorni, e dopo ore di prove e di emozioni, tutto finì in una bolla di sapone. Ma chi la dura la vince ed allora ecco il nuovo tentativo, andato questa volta a segno. Eccome, visto che il nome dei Marta è stato addirittura il primo ad essere annunciato rigorosamente via twitter da Fabio Fazio lo scorso 14 dicembre tra quelli dei 14 Campioni. Una bella soddisfazione, alla faccia di chi dice chi sono costoro ma pure di chi occupa(va) ruoli di primo piano e che si è permesso il lusso, come se la politica italiana non desse altre preoccupazioni, di commentare ironicamente la presenza dei Marta sui Tubi al Festival. Si tratta del senatore leghista Giovanni Torri incapace di comprendere “quale tema sociale possano portare i giovani del gruppo emergente Marta sui Tubi. Sono curioso di vedere come si piazzeranno”. Per la serie pregiudizio e disinformazione visto che i ragazzi non sono proprio dei novellini. Ed infatti, con l’ironia tipica delle loro parti, la risposta è stata graffiante: “Siamo molto offesi: nessuno si deve permettere di definirci giovani!” hanno simpaticamente risposto gli artisti su Facebook.
Marta sui Tubi, dai pub di Bologna a Sanremo
E quella di artisti sembra davvero la definizione ideale per questo gruppo (sulle cui origini del nome circolano voci fantasiose e non tutte riportabili…) formatosi nel 2002 ed attualmente composto da sei musicisti dopo che ai fondatori, le attuali due voci Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone si sono aggiunte, nel 2004, la batteria di Ivan Paolini e quattro anni dopo Paolo Pischedda alle tastiere e Mattia Boschi al violoncello. Al Festival si esibiranno in “Dispari” e “Vorrei”. La loro mission è quella di trasmettere musica, anzi arte, nel più creativo dei modi, e soprattutto al maggior numero di persone, ed ecco giustificate quindi le parole di orgoglio con cui il gruppo ha accolto la notizia di essere stati ammessi al Festival. Parole ben lontane da quell’aria di sufficienza che molti artisti hanno nei confronti di Sanremo. D’accordo, per chi non è conosciutissimo si tratta di una rara opportunità per accrescere esponenzialmente la propria visibilità ma il concetto è che anche da Sanremo può passare un concetto di musica nuovo, non necessariamente legato alla tradizione. Basta saperlo trasmettere, e soprattutto basta che la Commissione Artistica mostri coraggio e competenza. “Siamo orgogliosi di partecipare alla prossima edizione di Sanremo – hanno detto i quattro ragazzi bolognesi – Crediamo che grazie alla presenza di un direttore artistico come Mauro Pagani, e la conduzione di Fabio Fazio, la musica possa liberare le diverse espressioni di cui l’Italia è ricca e che spesso trovano grosse difficoltà a collocarsi sulla ribalta del Festival. Noi ce la metteremo tutta per portare la nostra musica a quanta più gente possibile”.
Gli anti-talent
Le origini del gruppo in realtà sono siciliane, essendo Gulino e Pipitone, attuali voci della band ma all’epoca membri rispettivamente dei gruppi minori degli Use e dei RYM, nativi di Marsala. Furono loro a fondare nel 2002 le prime sembianze del gruppo attuale, prima che il trasferimento a Bologna anticipasse l’attuale formazione del gruppo. Per qualche mese si sono dedicati ad intrattenere gli avventori dei pub bolognesi grazie ad un repertorio accattivante ed eterogeneo in gran parte ispirato però al genio controcorrente di Bugo, ma hanno impiegato poco per capire che la dimensione locale stava loro particolarmente stretta. L’ascesa è stata immediata: grazie al producer Fabio Magistrali nel 2003 arriva già il primo album, Muscoli e dei, primo di una serie di cinque prodotti discografici. La strada verso l’emersione è lenta ma i primi riconoscimenti arrivano: nel 2006 il Mei, meeting degli artisti indipendenti, premia L’abbandono, singolo del come miglior video dell’anno, ma la svolta di popolarità è arrivata nella primavera 2011 grazie al boom di Carne con gli occhi che, anticipato dal singolo Al guinzaglio, regala al gruppo la meritata vetrina mancata poche settimane prima dalla mancata apparizione sanremese con Anna Oxa e ribadita nell’anno successivo dal casuale incontro al Teatro del Navile di Bologna con Lucio Dalla: la collaborazione nacque immediata, dalla rivisitazione de L’anno che verrà al riarrangiamento di Cromatica, ultimo singolo da Carne con gli occhi, che grazie al genio di Dalla al clarinetto regala ai Marta sui Tubi la definitiva consacrazione se non presso il grande pubblico perlomeno verso una fetta maggiore di uditori rispetto a quella degli esordi, tempi che però i quattro ragazzi non rinnegano affatto, al punto da permettersi qualche frecciata verso i figli dei talent. Inevitabile per chi si è davvero fatto da sé al punto da aver creato una propria etichetta discografica dal nome Tamburi usati, che altro non è che l’anagramma del nome della band. Il tema è sempre lo stesso: la mancanza di gavetta. “Non impazziamo per chi proviene dai talent – hanno dichiarato i ragazzi in una recente intervista rilasciata ad Oggi – Saranno anche bravissimi ma non sanno che cosa voglia dire macinare chilometri per fare musica”. Ed inseguire un sogno.
I Marta sui Tubi e Lucio Dalla in “Cromatica”
Festival Sanremo, gli argomenti
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