E sono due. Dopo quella del calcio maschile il Brasile subisce un’altra delusione cocente: addio titolo olimpico di pallavolo ma più che la sconfitta in sé, il 3-2 maturato in 2h e 9 minuti da parte di una Russia mai doma, è il modo ad offendere Bernardinho ed i suoi ragazzi, che quattro anni dopo Pechino, quando furono travolti dagli Usa, confermano una qual certa allergia al titolo del volley maschile, vinto solo a Barcellona ed Atene. E tra quattro anni nell’edizione casalinga di Rio bisognerà convivere con l’insopportabile peso di dover vincere ad ogni costo. Di contro è un oro storico per i russi, al primo trionfo post-indipendenza: l’unica altra vittoria era datata 1980, ai tempi dell’Olimpiade in casa ma soprattutto dell’Urss. Di certo questa sconfitta rimarrà a lungo nella memoria di chi era in campo, degli spettatori e dell’intero sport brasiliano. Perché in uno sport come il volley non capita spesso di condurre due set a zero e di avere due match-ball per chiudere in gloria per poi subire un black-out improvviso ed irreversibile.

Crollo

E’ quanto successo all’Earls Court, poche ore dopo il bronzo conquistato dall’Italia contro la Bulgaria. Questi gli emblematici parziali: 19-25; 20-25; 29-27; 25-22; 15-9. Per due set si vede la replica della semifinale tra i verdeoro e gli azzurri: Russia impotente al servizio ed a muro, il Brasile fa ciò che vuole ed inizia pure a gigioneggiare. In pochi accetterebbero scommesse sul ribaltamento della partita, ed invece il film di fantascienza va in onda. Dal terzo set i russi tirano fuori l’orgoglio e provano a rientrare in partita: si alzano le percentuali alla battuta ed a muro e trascinati dall’inarrestabile Dimitriy Muserskiy (31 punti) e da un eterno Sergey Tetyukhin, 37enne visto in Italia dodici anni fa a Parma ed ancora sulla breccia, la squadra di riesce a rendere meno prevedibile la regia di Bruno variando continuamente la direzione del servizio. La partita gira sulle due palle match sprecate, il 24-23 ed il 25-24 per il Brasile che s’infragono su banali errori in attacco. La Russia chiude il set e la partita di fatto termina qui perché al Brasile viene letteralmente il braccino mentre la Russia comincia a bombardare da ogni zona del campo costringendo i verdeoro a tanti errori in attacco. Il tie break è di fatto senza storia: l’inerzia della gara si è spostata, in campo c’è una Russia caricata a mille ed a cui riesce tutto (emblematica una difesa di Mikhaylov che si trasforma in punto) ed un gruppo brasiliano spaurito, con la sconfitta dipinta sugli occhi increduli. Bernardinho prova a cambiare di tutto e di più ma è inutile: e così per il Brasile c’è pure la beffa di dover giocare due volte l’ultimo punto della Russia, annullato una prima volta per un’invasione dello stesso Muserskiy. La più dolce della storia del volley moderno.