Dopo la delusione di Alberto Busnari, quarto non senza qualche rimpianto nel cavallo con maniglie, ecco la prima medaglia nella ginnastica per l’Italia a Londra 2012: arriva da Matteo Morandi, terzo negli anelli. Ventinovesima medaglia olimpica per l’Italia nella storia della ginnastica che non saliva sul podio dallo storico oro di Igor Cassina alla sbarra ad Atene 2004. Un risultato sostanzialmente atteso per l’atleta milanese, già sesto a Pechino e quinto ad Atene, ma anche in questo caso non mancano le recriminazioni, come tipico di uno sport sempre sul filo di voti assegnati in maniera non sempre coerente dalle giurie. E Tania Cagnotto ne sa qualcosa. Erano quattro gli atleti deputati a giocarsi il podio e così è andata: a rimanere fuori è stato il russo Balandin, chiaramente inferiore tanto a Morandi quanto al cinese Chen ed al brasiliano Arthur Nabarrete Zanetti, ma è la graduatoria a fare discutere. Perfetto o quasi infatti l’esercizio di Morandi, che ha chiuso con 15.733 per colpa di una piccola sbavatura, un saltello in fase di atterraggio. L’unico avversario inarrivabile sembrava Chen, che ha rimediato 15.800 ma proprio quando Morandi già pregustava l’argento ecco il sorprendente brasiliano, parso molto pulito ma non perfetto sia durante che al termine dell’esercizio, ma premiato con uno straordinario 15.900 che lo ha fatto esplodere di gioia. Morandi ha abbozzato, ma senza recriminare. Un podio olimpico non consente di farlo.