Delusione inglese
Un premio alla carriera. Alexandre Vinokourov è il Campione Olimpico 2012 di ciclismo su strada: il 38enne kazako regala la prima medaglia d’oro olimpica della storia al suo paese al termine di una gara infinita, 250 km, che ha registrato la clamorosa defaillance della squadra inglese. Per Vinokourov una soddisfazione forse inattesa al culmine di una carriera contraddittoria tra vittorie di prestigio come la Liegi-Bastogne-Liegi nel 2010 e l’argento olimpico a Sydney nel 2000, e l’ombra della squalifica per emotrasfusione del 2007. Il Dream Team britannico composto dai due dominatori del Tour, Wiggins e Froome, non è riuscito a pilotare Mark Cavendish verso il successo in casa da sempre sognato da Cannonball, che ha terminato la gara anonimamente all’interno del plotone distanziato di una cinquantina di secondi dal gruppo dei 30 corridori che si sono giocati il titolo.
La fuga buona
Tra loro anche due azzurri, Vincenzo Nibali e Luca Paolini, cui è però mancato lo spunto giusto nel momento decisivo: 9° posto finale per Paolini ed 11° per Nibali. Un’occasione forse irripetibile per gli inglesi che devono però prendersela solo con sé stessi: condotta di gara troppo tattica e rinunciataria, come se le energie del gruppo Sky si fossero esaurite sui Campi Elisi. Medaglia d’argento al colombiano Rigoberto Uran Uran, uno scalatore puro quindi grande sorpresa su un circuito del genere. Bronzo al norvegese Alekandre Kristoff che ha regolato in volata gli altri 27 corridori della fuga giusta. Tra i grandi sconfitti, oltre all’Inghilterra, figura anche la Spagna. Pur priva del campione uscente Samuel Sanchez, la squadra poteva annoverare punte di diamante come Luis Leon Sanchez e Alejandro Valverde: entrambi hanno saputo entrare nella fuga giusta ma si sono poi lasciati scappare la coppia Vinokourov-Uran negli ultimi dieci chilometri. Nel gruppo è poi mancata la coesione per andarli a riprendere ed il distacco finale di Kristoff è stato di otto secondi.
L’Italia
La corsa è stata animata inizialmente da una fuga di trenta corridori, tra essi l’italiano Pinotti ma anche Menchov e lo stesso Kristoff, poi ripresi da un secondo gruppo di contrattaccanti: il ricongiungimento ha tagliato fuori gli inglesi, troppo passivi nell’attesa che la fuga venisse annullata. L’Italia ha sprecato una bella occasione: la strategia studiata dal ct Bettini si è rivelata nel complesso indovinata, Pinotti prima e Nibali e Paolini poi hanno saputo infilarsi nelle fughe buone per poi farsi sorprendere da Vinokourov e Uran. Se si fosse riagganciato Modolo, l’unico velocista del gruppo, avremmo avuto qualche chance in più. Ma i rimpianti ora stanno a zero.
Ordine d’arrivo
1. Alexandr Vinokourov (Kaz) in 5.45.57
2. Rigoberto Uran Uran (Col) s.t.
3. Alexandre Kristoff (Nor) a 8″
4. Taylor Phinney (Usa) a 8″
5. Sergey Lagutin (Uzb) a 8″
6. Stuart O’Grady (Aus) a 8″
7. Jurgen Roelandts (Bel) a 8″
8. Gregory Rast (Svi) a 8″
9. Luca Paolini (Ita) a 8″
Un nono posto a 8 secondi dal primo non è poi una grande delusione, considerando che il distacco è uguale a quello del terzo classificato