E’ stata la giornata delle quasi medaglie di legno. Dopo Tania Cagnotto anche Alberto Busnari ha chiuso al quarto posto la prova al cavallo con maniglie. Esercizio pressoché perfetto quello del milanese, valso un 15.400 e che gli ha fatto sperare nel podio ma solo per pochi minuti: il suo primo posto infatti si è rivelato solo parziale, superato nell’ordine da tutti gli occupanti del podio, l’ungherese Berki ed i britannici Smith e Whitlock. Una beffa, ma c’è poco da recriminare, anzi il risultato è sostanzialmente inatteso. Il riscatto è affidato a Matteo Morandi, tra i favoriti negli anelli.
Ciclismo
Elia Viviani si è infatti classificato al sesto posto nell’omnium, prova multipla all’esordio olimpico e consistente nella somma di sei prove svoltesi in due giorni. Il velocista veneto tesserato per la Liquigas ha vissuto quarantott’ore sulle montagne russe: addirittura secondo dopo le prime tre prove benché due di queste, giro lanciato ed eliminazione, fossero tutt’altro che congeniali alle sue doti di sprinter, e dopo aver sostanzialmente deluso nella “sua” corsa a punti, poi quarto domenica mattina dopo l’inseguimento. Le ultime due prove avrebbero dovuto certificare almeno il bronzo: secondo dopo lo scratch, la prova preferita di Viviani, la beffa è arrivata nel kilometro da fermo che l’ha visto concludere solo al nono posto, a quasi due secondi proprio dal danese Hansen, suo compagno di batteria che condivideva il primato con Viviani e che ha conquistato la medaglia d’oro con ventisette punti davanti al francese Coquard (29) ed al britannico Clancy (30). Era difficile chiedere di più ad Elia, unico rappresentante di una pista italiana in crisi nera, ma un pizzico di amaro in bocca rimane.
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