
Il c.t. dell’Honduras Luis Fernando Suarez
Honduras ai Mondiali 2014, meglio del Messico
Il primo obiettivo è stato centrato. Quello di scrollarsi di dosso l’etichetta dell’eterna piazzata del concentramento del Centro America, la cosiddetta Concacaf, storicamente dominato da Usa e Messico, con il Costarica terzo incomodo. Una nomea confermata dai tanti piazzamenti nella Gold Cup, la competizione per Nazionali più importante della zona, mai vinta dall’Honduras, che si è fermato alle semifinali in quattro delle ultime cinque edizioni. Lo scatto è stato effettuato proprio nel girone di qualificazione a Brasile 2014, quando, dopo la lunga teoria dei gironi preliminari, di fatto il raggruppamento all’italiana conclusivo altro non è stato che una Gold Cup senza eliminazioni dirette. Ebbene, la bicolor del colombiano Luis Fernando Suarez è stata capace di ottenere uno storico terzo posto, miglior risultato di sempre in un torneo di qualificazione iridato. Ora bisognerà capire se tutto questo è stato ottenuto solo grazie alla crisi del Messico, che solo in extremis ha ottenuto il pass per il playoff, poi dominato contro la Nuova Zelanda, o se è tutta farina del sacco dell’ Honduras.
La garanzia Suarez – Squadra Honduras a Brasile 2014
Sostenere che questa sia la Nazionale più forte di tutti i tempi sembra azzardato, non facendo più parte del gruppo un attaccante come David Suazo, il calciatore honduregno più famoso di tutti i tempi, ma fino a un certo punto visto che probabilmente proprio il ritiro dal calcio giocato del proprio totem ha responsabilizzato di più la squadra, e soprattutto costretto il c.t. a giocare un gioco più corale rispetto alla semplice palla lunga che doveva essere catturata dal velocissimo ex attaccante del Cagliari. Suarez, succeduto nel settembre 2011 a Rueda, in panchina nel Mondiale 2010, ha messo la propria esperienza calcistica a disposizione di un gruppo tatticamente grezzo, e privo di veri punti di riferimento tecnici. Il risultato è stato vedere nel girone di qualificazione una squadra capace di esprimere un calcio efficace, più fluido rispetto alla tradizione, sempre volto all’attacco, ma senza perdere di vista gli equilibri difensivi.

Jerry Bengston
Honduras al Mondiale 2014: le stelle della squadra
Non sono mancate le difficoltà, già nel primo girone, quando la bicolor si è messa alle spalle solo in extremis la concorrenza del Canada, ma le capacità del gruppo di Suarez sono emerse nel raggruppamento finale, quando la qualificazione non è stata quasi mai in discussione, grazie alla crisi del Messico, ma anche all’ottimo rendimento casalingo, visto che a sono caduti oltre al Messico anche gli Stati Uniti di Klinsmann, grazie ai gol della coppia d’attacco composto da Jerry Bengtson e Carlo Costly, che insieme a Walter Martinez compongono un rooster d’attacco abbastanza completo. Il reparto migliore è però il centrocampo, fondato sull’esperienza di Wilfred Palacios, l’unico ancora in rosa dei tre fratelli che tanto fecero parlare a Sudafrica 2010, e sulla qualità di Hendry e Nunez. Difficilmente tutto questo basterà per superare il primo turno, perché nonostante il sorteggio abbia inserito i centroamericani nel raggruppamento meno qualitativo in assoluto, l’inferiorità tecnica del gruppo di Suarez è oggettiva rispetto a Svizzera e Francia, ma anche a quell’Ecuador che farà vivere a Suarez un derby del cuore, visto che proprio il c.t. colombiano guidò la tricolor al primo Mondiale, nel 2006. Così, alla terza partecipazione Mondiale (l’esordio avvenne a Spagna ’82), l’obiettivo della prima vittoria nella fase finale sembra destinato a essere ancora rinviato.
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