
Emicrania, costipazione, irritabilità, nervosismo, mancanza di energie, addome sporgente, neurite, difficoltà di concentrazione, insonnia, problemi mestruali, gonfiore alle gambe, perdita degli stimoli sessuali, alito cattivo, freddo ai piedi e alle mani, problemi di circolazione, lingua sporca, colorito giallastro, occhiaie, anemia.
Sono solo alcune delle affezioni più comuni, le cui cause sono sempre più spesso collegate con la cattiva igiene dell’intestino, torna così in voga una praticata utilizzata da secoli per i suoi innumerevoli benefici, il lavaggio profondo dell’intestino.
Ma come emicrania o difficoltà di concentrazione possono derivare dallo stato di salute del nostro intestino?
L’intestino crasso ha il compito di espellere le tossine dall’organismo, proprio come fanno reni e polmoni. Se questa “pulizia” dell’organismo viene a mancare le sostanze indesiderabili ristagnano nell’intestino e vengono riassorbite provocando irritazione delle pareti intestinali, alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale con disturbi locali e generali.
Sotto accusa alimentazione e stile di vita
Le condizioni che portano a un cattivo funzionamento dell’intestino sono molto più frequenti di quello che si crede. Un’alimentazione povera di fibre, ricca di prodotti animali, alimenti raffinati, sostanze nocive (pesticidi, additivi, antiossidanti, conservanti) e devitalizzate, così come prolungati stati di stress e di inattività fisica, l’assunzione di farmaci e di lassativi chimici, determinano una progressiva diseducazione dell’intestino.
Conseguenze ed effetti negativi
In presenza di stati di prolungata stitichezza le pareti del colon si ricoprono di residui di feci, arrivando addirittura ad occludere l’intestino ed il colon non riesce più ad assorbire, né ad eliminare correntemente le scorie. Nel lume intestinale si accumulano tossine che possono venire riassorbite nel circolo sanguigno, aumentando il carico di lavoro degli organi deputati ad espellerle (reni, pelle, fegato, polmoni, sistema linfatico), impregnando muscoli ed articolazioni, pelle e tessuto connettivo e sovraccaricando il sistema immunitario.
Con l’accumulo di scorie nel colon proliferano funghi, saccaromiceti e muffe con conseguenti fenomeni di fermentazione o putrefazione intestinale e la produzione di altre sostanze nocive che vanno ad aggravare ulteriormente la situazione.
In questi casi può essere d’aiuto una pratica utilizzata in molte tradizioni mediche antiche (cinese, indù, egiziana, islamica e greca) e recentemente rilanciato negli Stati Uniti: l’idrocolonterapia.
Si tratta della depurazione dell’organismo attraverso il lavaggio profondo del colon, fondamentale nel riequilibrio delle funzioni intestinali e della flora batterica. L’idrocolonterapia permette la rimozione di tutte le scorie e tossine depositate sul colon in sacche di raccolta e difficilmente rimosse dalle normali funzioni intestinali.
Perplessità ingiustificate
L’idea di “lavare” l’intestino non manca di suscitare perplessità e reticenze. Si teme che la pratica possa essere pericolosa o che possa distruggere la flora intestinale, ma queste perplessità sono assolutamente ingiustificate, basti considerare che prima di un intervento chirurgico o di una radiografia del tubo digerente si pratica il lavaggio dell’intestino, anche nel caso dei pazienti più gravi. Invece di ricorrere ai lassativi, molti dei quali recentemente vietati per legge per il sospetto effetto cancerogeno, l’idrocolonterapia interviene con il semplice lavaggio profondo dell’intestino, del tutto indolore e privo delle numerose controindicazioni del più tradizionale enteroclisma.
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