Ramunas Navardauskas

Ramunas Navardauskas

Navardauskas “riscatta” Hejsedal – Giro d’Italia, undicesima tappa

Nel giorno del ricordo, il gruppo prende alla lettera il concetto e si dedica una giornata di relax. Il Giro d’Italia rende omaggio ai territori devastati dalla tragedia del Vajont, verificatasi esattamente cinquant’anni fa, e la tappa si rivela un’occasione imperdibile per i cacciatori di giornata, favoriti proprio dai ritmi blandi imposti dall’Astana, la squadra della maglia rosa Nibali, cui si sono presto adeguate anche le altre formazioni, interessate a far recuperare ai rispettivi uomini di classifica energie preziose in vista del difficile finale della seconda settimana. Così nello scenario emozionante e toccante di Erto e Casso ad alzare le braccia al cielo è Ramunas Navardauskas, massiccio passista lituano classe ’88 della Garmin Sharp, che vince per distacco l’undicesima tappa, confermando il buon feeling che lo lega all’Italia visto che fu proprio lui, un anno fa, ad indossare per due giorni la maglia rosa al termine della crono a squadre di Verona vinta dalla Garmin del futuro trionfatore del Giro Ryder Hesjedal. Ora però le cose stanno molto diversamente visto che l’acuto di Navardauskas è arrivato proprio il giorno dopo il crollo del capitano canadese, arrivato al traguardo di Montasio con otto minuti di ritardo dai migliori, più che sufficienti per costringerlo ad abbandonare il sogno di un bis in rosa. Così, senza più la necessità di proteggere il proprio leader, la squadra del ds ha cambiato strategia dedicandosi alle fughe.

Altra delusione per i corridori italiani

Primo tentativo subito riuscito: Navardauskas ha infatti avuto la meglio sui compagni di fuga scattati dopo circa 60 km. Tra essi Jackson Rodriguez (Androni), Stefano Pirazzi (Bardiani), Daniel Oss (Bmc), Danilo Di Luca (Vini Fantini), Serge Pauwels (Omega Pharma), Jaroslav Popovych (Radioshack), Juan José Cobo (Movistar), Cayetano Sarmiento (Cannondale), Leonardo Duque (Colombia), Patrick Gretsch (Argos Shimano), Evgenij Petrov (Saxo Tinkoff) e Frederik Veuchelen (Vacansoleil). Il gruppo si è sgretolato nella discesa dopo il Gpm di Sella di Ciampigotto: Gretsch ha provato l’allungo ma lo scatto giusto è stato quello di Navardauskas ed Oss, volati via sull’ultima salita prima che Oss cedesse di schianto in discesa. Gli altri italiani si sono staccati troppo facilmente ai piedi dell’ultima salita di sette chilometri partita da Longarone: così Oss, secondo al traguardo con 1’08” di ritardo, non è rimasto altro che battezzare il gruppo dei delusi, pur mascherando all’arrivo la delusione. Al terzo posto Pirazzi a 2’59”, quarto Puccio mentre sesto si è classificato Danilo Di Luca, cui proprio non riesce di piazzare lo scatto giusto. Il tutto mentre i migliori salivano senza dannarsi e, volendo dedicarsi alle battute, si potrebbe dire che la notizia del giorno è il fatto che Wiggins non si sia staccato in discesa: il gruppo della maglia rosa non ha infatti dato vita ad un alcuna schermaglia sulle salite, tagliando il traguardo con 5’35” di ritardo, preceduto di 25” da Benat Intxausti che, partito negli ultimi duecento metri, ha guadagnato il margine sufficiente per scalare due posizioni passando dall’undicesimo al nono posto e scalzando Pozzovivo e Majka. Nibali resta in rosa con 41″ su Evans e 2’04” su Uran.

Primo caso di doping al Giro 2013

Ma la giornata di apparente quiete è stata turbata dal primo caso di doping: non ha preso il via da Tarvisio infatti il francese Sylvain Georges dell’Ag2R, protagonista in avanscoperta nella tappa di Serra San Bruno ma fermato da un controllo effettuato il 10 maggio che ha rilevato tracce di un vasodilatatore, l’ Heptaminol. Brutta storia di un possibile coprente. In attesa delle controanalisi il corridore è stato fermato dalla Federazione Francese.

Speciale Giro d’Italia