Giro d’Italia, risultati e classifica quindicesima tappa
Da Palermo al Galibier: il ritorno di Visconti
Metti un palermitano, ma nato a Torino, primo sulle Alpi. E tra la neve. Sarà anche stata accorciata, ma la 14^ tappa del Giro regala comunque spettacolo e fiumi di emozioni, pur senza scossoni di classifica. Era la frazione dedicata a Marco Pantani, ancor più dopo l’anticipo dell’arrivo dal Galibier a Les Granges, proprio in prossimità del monumento in ricordo del Pirata e della sua impresa al Tour del ’98, ed a onorare il tutto c’ha pensato a dovere Giovanni Visconti, nato per uno strano scherzo del destino proprio il 13 gennaio, lo stesso giorno di Pantani, e capace di trovare una vittoria che riscatta un anno da incubo, nel quale il corridore siciliano, già tre volte Campione d’Italia, non era riuscito a dimostrare il proprio valore. Così pur non essendo certo uno scalatore da grandi vette l’alfiere della Movistar fa tutto alla perfezione, scattando al momento giusto nella salita del Telegraphe e poi resistendo alla stanchezza anche dopo essere rimasto da solo di fronte al recupero del gruppo. Il tutto nonostante l’ormai consueto maltempo, con freddo e neve sulle montagne e pure al traguardo.
Nibali controlla: è il Tour della Sicilia
Per Visconti si tratta della prima vittoria in carriera alla sesta partecipazione al Giro, manifestazione con la quale il siciliano aveva un paio di conti aperti: due anni fa infatti fu protagonista di un contestatissimo arrivo allo sprint a Tirano con Diego Ulissi, concluso con il declassamento di Visconti causa scorrettezze ed una quasi-rissa al traguardo; esattamente un anno fa, invece, il 20 maggio, il palermitano fu costretto al ritiro nella tappa di Pian di Resinelli, nel giorno in cui a vincere fu Matteo Rabottini, per uno strano scherzo del destino l’altro protagonista della tappa di oggi. Ora però è tutto passato, e la Movistar ringrazia, ponendo la ciliegina ad un Giro già da ricordare grazie al giorno in rosa vissuto da Benat Intxausti. È quindi Sicilia Power quello sul Giro 2013, visto che Vincenzo Nibali ha mantenuto inalterato il vantaggio in classifica generale e vista la maglia rosa indossata per un giorno ad Ischia dall’agrigentino Salvatore Puccio. A voler essere pignoli, infatti, l’unica cosa che è mancata in questa tappa-spettacolo è stata la combattività tra i primi della classifica, giustificati però dalla fatica immane profusa sabato: così tanto sul Moncenisio che sul si è assistito ad una sorta di patto scritto tra i big, o quelli rimasti, che sono saliti insieme senza attaccarsi a vicenda. Qualcosa è successo solo nelle rampe finali del Galibier, ma si è trattato di semplici schermaglie: a rompere gli indugi c’hanno provato in tanti, primo tra tutti Michele Scarponi, e nei metri finali anche Cadel Evans ma Nibali, scorato fino all’inizio del Galibier dai fidi Agnoli, Aru e Kangert, ha stoppato con prontezza tutti gli attacchi, arrivati peraltro dopo un iniziale allungo della stessa maglia rosa. Il gruppo dei migliori quindi ha chiuso a 40” da Visconti, regolato da Carlos Betancur che ha preceduto Njemec ed il sempre presente Majka.
La tappa: Rabottini si arrende a Visconti
Tanti altri comunque sono stati i protagonisti della tappa: la fuga iniziale infatti comprendeva, oltre a Visconti, Stefano Pirazzi, che ha attaccato sui primi chilometri del Moncenisio transitando per primo al Gpm, il compagno di squadra alla Bardiani Bongiorno, ma anche Peter Weening e Chalapud (Orica GreenEdge) ed appunto Rabottini, finalmente protagonista dopo un Giro sotto le aspettative. I più decisi sono stati proprio Weening, Rabottini e Visconti, raggiunti poi da Pirazzi per formare un solido poker, che ha approcciato la salita del Telegraphe con oltre due minuti di vantaggio sul gruppo della maglia rosa. Così, scollinato il Telegraphe al primo posto con 50” sui compagni di fuga, Visconti ha effettuato lo scatto giusto proprio dopo il Gpm: nessuno è riuscito a seguirlo, ed anche Rabottini, l’ultimo ad arrendersi, è stato costretto alla resa, venendo infine riassorbito dal gruppo maglia rosa, a sua volta presto frazionatosi grazie agli scatti, tra gli altri, di Gesink, Di Luca e di Henao, compagno di squadra di Uran, ma soprattutto di Wilco Keldermann, protagonista di uno spunto bello ma tardivo. Ma chi si aspettava un attacco del colombiano della Sky rimarrà deluso: i migliori infatti rimarranno ben coperti fino alle battute conclusive, quando la lunga serie di scatti e contro scatti non ha cambiato la classifica. Lasciando la gloria di giornata ad un corridore ritrovato.
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