Giro d’Italia 2013, risultati e classifica diciottesima tappa
Maglia rosa senza rivali
C’è la pioggia battente, e c’è Nibali a guardare tutti dall’alto. Il Giro d’Italia 2013 non si smentisce neppure nella spettacolare ed attesissima cronoscalata di Polsa, quart’ultima tappa della 96esima edizione. Ma in verità una differenza sostanziale c’è, ovvero quella che il dominatore è riuscito anche ad alzare le braccia al traguardo. È insomma un vero Can-Nibale quello che ha umiliato tutti i rivali nell’ultima prova contro il tempo: Nibali vince la sua terza tappa in carriera al Giro, seconda a cronometro dopo Nevegal 2011 ma prima con il simbolo del comando sulle spalle, ma lo fa mostrando una cattiveria ed una condizione atletica che lo avvicinano davvero ai grandi mondiali delle corse a tappe. Di sicuro era da anni che l’Italia non poteva contare su un corridore del genere, insuperabile in montagna ma capace anche di fare progressi da gigante a cronometro: così dopo la buona prestazione di Saltara ecco la prova-monstre di Polsi, certo agevolata dal percorso in salita, ma nel quale tutti gli altri scalatori sono affondati. La classifica della tappa vale più di mille parole: Nibali vince in 44’29”, alla media di 27,785 km/h, con 58” su Samuel Sanchez, l’unico degli “umani” lasciato a distanze accettabili, ed 1’21” su Michele Scarponi, quarto. Sesto posto per Rigoberto Uran Uran, a ben 1’26” (strepitosa la rimonta del colombiano nella seconda parte), mentre affonda senza attenuanti Cadel Evans, che chiude addirittura venticinquesimo imbarcando 2’36” e rischiando anche l’umiliazione dell’aggancio da parte di Nibali, partito tre minuti dopo l’australiano. Nibali aveva di fatto chiuso i conti già dopo 9,5 km, all’intertempo di Brentonico, rifilando 32″ a Scarponi: oltre tre secondi a chilometro.
Classifica generale: si lotta per il podio
Così l’immagine dello Squalo che esulta grintoso al traguardo sotto la pioggia appare già come la cartolina perfetta del Giro 2013, conquistato dal corridore più forte, più in forma e da quello che ha inseguito maggiormente il successo. Chissà cosa sarebbe successo con un Wiggins in forma, ma la storia di questo Giro è questa. A Nibali quindi il compito di trovare altre motivazioni nelle ultime due frazioni di montagna: facile immaginare come per completare l’opera il messinese cercherà anche una vittoria in una tappa in linea, che peraltro gli si addicono alla perfezione, ma intanto la classifica generale non lascia spazio a repliche, mantenendo l’incertezza solo per gli altri due gradini del podio, con tre corridori racchiusi in poco più di un minuto: Evans infatti è secondo a 4’02”, segue Uran a 4’12”, quarto Scarponi a 5’14”. Lo scalatore della Lampre Merida si è ottimamente disimpegnato nella cronoscalata, cedendo però nella seconda parte, condizionata dalla pioggia, gran parte del vantaggio su Uran che aveva saputo costruire in avvio, visto il secondo posto all’intertempo dietro solo a Sua Maestà Nibali.
Caruso e Cataldo: segnali italiani a cronometro
Da segnalare anche le ottime prove di altri due italiani: Damiano Caruso della Cannondale che, terzo di tappa a da Nibali, si riscatta dopo la delusione personale (e la discussione col team) di Ivrea mettendo il punto esclamativo ad un Giro affrontato in extremis al posto di Basso ma anche Dario Cataldo del Team Sky, che ha disputato un’ottima seconda parte di tappa agevolato anche dalle ancora buone condizioni climatiche. Bel salto in classifica pure per Samuel Sanchez, primo al traguardo a superare i 27 km/orari di media e che agguanta così la decima posizione a 9’34” da Nibali : pure la tappa sarebbe stata sua se un marziano non fosse planato sul Giro.
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