Eddy Merckx sullo Jafferau al Giro '72

Eddy Merckx sullo Jafferau al Giro ’72

Tappone sì, ma non troppo – Giro 2013: presentazione quattordicesima tappa

Pochi chilometri, ma intensi. E potenzialmente decisivi. Il fine settimana del Giro 2013 si apre con il terzo arrivo in salita, prima delle due tappe alpine consecutive che immetteranno all’ultimo giorno di riposo con molte certezze in più sui protagonisti della settimana conclusiva. Partenza da Cervere ed arrivo a Bardonecchia dopo 168 km, con un finale da togliere il fiato tanto sul piano paesaggistico che da quello strettamente fisico per i corridori in gara. La parte più “calda” della tappa sarà quella degli ultimi ottanta chilometri, ma a differenza di tanti tapponi tipici del Tour, in particolare sul versante dei Pirenei, dove molte ascese impegnative sono collocate nella fase iniziale delle tappe, questa volta il tasso di difficoltà presenterà una crescita continua ed inesorabile per i girini: non impossibile infatti si annuncia la scalata del Sestriere, lunga sì (37 km), ma intrapresa da un versante non particolarmente impegnativo, quello di Perosa Argentina, con pendenze mai troppo ripide eccetto gli ultimi quindici chilometri. Ma la parte successiva, con i venti chilometri di discesa fino a Oulx ed il falsopiano che immette a Bardonecchia sarà l’ultima che i corridori potranno affrontare “serenamente”.

Altimetria quattordicesima tappa Giro d’Italia 2013

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Jafferau, quarant’anni dopo

Da quel momento infatti comincerà la salita al Jafferau, una delle montagne più attese dell’edizione 2013, di ritorno quarant’anni dopo lo storico duello Merckx-Fuente all’edizione ‘72: classica ascesa alpina, non particolarmente lunga (7 km) ma capace di togliere il fiato per la continua presenza di tornanti che impediranno ai corridori di tirare il fiato, costringendoli al contrario a rilanciare continuamente. La pendenza media è del 10%, con punte del 14% ma solo all’ultimo chilometro, quando i giochi per la vittoria dovrebbero essere fatti. La mente del gruppo non potrà però che andare anche alla ben più difficile tappa del giorno seguente con l’arrivo al Galibier, così la tappa di Bardonecchia sembra prestarsi alla classica impresa da parte di corridori che non stazionano nelle primissime posizioni della classifica, ma a proprio agio su questo tipo di salite.

Nibali: attaccare o difendersi?

I favoriti quindi sono i soliti noti: dalla coppia dell’Agr2R, Pozzovivo-Betancur, sempre protagonisti in tappe di montagna, fino a chi, come Robert Gesink, ha finora deluso le aspettative rimanendo nel gruppo senza l’acuto giusto. Ma quando la strada s’impenna il Giro 2013 ha quasi sempre visto tra i protagonisti il polacco Rafal Majka ed il portoghese Tiago Machado, che sembra l’uomo giusto per gli attacchi da lontano. Tattica, quest’ultima, resa attuabile dalle pendenze non troppo proibitive, mentre il gruppo dei migliori dovrebbe riuscire a stare compatto, per una ventina di unità, in attesa del gran finale dove chi vorrà mettere in difficoltà Nibali dovrà osare qualcosa, anche se difficilmente lo Squalo concederà spazio agli attaccanti. Ammesso che non decida di partire in contropiede per ammazzare definitivamente il Giro 2013.

Planimetria quattordicesima tappa Giro d’Italia 2013

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