Inghilterra-Italia: due squadre fondate sulla solidità difensiva

Premesso che l’Italia che ha giocato contro l’Irlanda sarebbe stata messa in difficoltà pure dall’Ucraina, pur non ammettendolo nel clan azzurro c’è soddisfazione per aver evitato la Francia. Comprensibile ma non troppo dopo aver visto la non-partita dei bleus contro la Spagna, e nei fatti il quarto di finale di domenica all’Olimpico di Kiev si preannuncia tutt’altro che in discesa. Analizzando in anticipo la partita si deve partire da un postulato e da un avvertimento: il primo è che l’Italia è superiore dal punto di vista tecnico, il secondo è che sarà meglio non aspettarsi spettacolo perché entrambe le squadre fondano la propria forza sulla solidità difensiva. I punti di contatto però finiscono qui perché per il resto le filosofie di gioco di Hodgson e Prandelli sono alquanto divergenti. Mister Roy ha dovuto fare di necessità virtù sfruttando le doti del gruppo: poca tecnica ma tanta applicazione, quindi avanti con il più classico dei 4-4-2, palla lunga e tutti a rincorrerla. Il percorso di Prandelli è invece noto: tanta voglia di divertire dopo l’insediamento, poi un duro confronto con la realtà e la virata verso un calcio più utilitaristico.

Difesa a tre per Inghilterra-Italia?

Difesa a tre? Ma tornando al punto di partenza, come potrà fare l’Italia per sfruttare il superiore tasso tecnico? La prima scelta è quella del modulo: l’Inghilterra sviluppa gioco soprattutto sulle fasce e grazie a Gerrard, che svaria su tutta la linea di centrocampo anche in orizzontale ed orchestra le letali ripartenze. Pertanto, acclarato che gli azzurri non potranno disporsi con il 4-4-2 per mancanza di esterni, il 3-5-2 potrebbe essere più adatto del 4-3-1-2 perché consente di controllare meglio gli esterni. E non ci sarebbe da stupirsi se Prandelli cambiasse idea all’ultimo. I tre centrali difensivi tornerebbero utili nei raddoppi su Milner e Young, letale, quest’ultimo, se lasciato partire in velocità per rientrare sul destro, senza dover richiedere un lavoro massacrante alle mezze ali. Ma De Rossi e Marchisio, soprattutto quest’ultimo, dovranno comunque supportare Abate e Balzaretti. Senza contare che a gara in corso entrerà Carroll, uno che va marcato strettissimo soprattutto sulle sponde. Comunque, se in fase di non possesso l’Italia non ha quasi mai tradito, e la lentezza con cui gli inglesi propongono gioco lascia tranquilli, bisognerà migliorare e molto in fase di possesso.

Vota Antonio

Pirlo non verrà marcato a uomo ma per far fruttare i suoi lanci servirà molto più dinamismo, leggi movimento senza palla, in particolare degli esterni, al fine di allungare le serratissime linee del 4-4-2 di Hodgson. Un compito che spetterà anche a Cassano: fin che ne ha Fantantonio dovrà venire a prendersi palloni oltre la trequarti, in modo da portare fuori posizione la sentinella Parker ed aprire varchi agli inserimenti dei centrocampisti. Indispensabile infine la presenza di Balotelli, vista la fisicità dei difensori inglesi. I tre gol incassati da Hart sono arrivati su colpi di testa ed una conclusione dalla distanza: ma nell’Italia i tiratori scarseggiano.

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