Barça-Real

E’ Portogallo-Spagna, semifinale di Euro 2012, ma viste le caratteristiche dei lusitani sembrerà di vedere un remake di Barça-Real: da una parte una Spagna molto simile alla creatura di Guardiola, dall’altro un avversario letale nelle ripartenze proprio come la squadra di Mourinho. Alla Donbass Arena di Donetsk in palio per le Furie Rosse (che vinceranno nettamente almeno come numero di tifosi sugli spalti) c’è già l’ingresso nella storia: non solo infatti nessuna squadra infatti ha mai vinto due Europei consecutivi ma solo due volte i Campioni d’Europa in carica, l’Urss nel 1964 e la Germania Ovest nel 1976, hanno centrato la finale quattro anni dopo. Ma dal punto di vista tattico la gara si presenta alquanto complessa per la Spagna: il Portogallo è infatti una squadra poco appariscente ma solida che fonda le sue fortune su difesa e centrocampo. La terza linea è fisicamente strutturata e protetta da una cerniera di mediani in stato di grazia, bravi sia nel filtro che nell’impostazione (Veloso, vicino all’addio al Genoa per la Dinamo Kiev) ma pure negli inserimenti (Meireles, Moutinho), per poi ribaltare il campo in pochi secondi con Ronaldo, scheggia impazzita che potrà contare sul lavoro sporco di Almeida, sostituto dell’infortunato Postiga, ma anche sulle discese di Coentrao che sarà chiamato ad aprirgli spazi sulla sinistra.

Senza nueve

Ci sarà una gabbia su CR 7? Sicuramente no, ma un’attenzione particolare sembra scontata. La missione spagnola sarà quella di non far arrivare il pallone al fenomeno lusitano, isolandolo attraverso un lungo possesso palla che faccia stancare il Portogallo tenendolo lontano dalla porta di Casillas. Non tutto fila liscio, però, in casa spagnola. Nel quarto di finale la pochezza della Francia non ha permesso di tarare la vera condizione della Spagna ma è opinione comune che non tutto giri alla perfezione come quattro e due anni fa: sarà forse colpa della condizione non perfetta di Xavi o forse dei continui cambi tattici di Del Bosque, che stanno finendo per estenuare la psiche tanto di Fabregas che di Torres, ma la spia più efficace è quella dei tiri in porta. Neppure nell’ultimo lustro la squadra ha mai fatto goleade ma quando il tiki-taka è troppo esasperato, e soprattutto tenuto lontano dalla trequarti avversaria, il segnale è che l’indice di pericolosità sta diminuendo e l’attenzione alla fase difensiva aumentando.

Formazione

Ma squadra che vince non si cambia quindi avanti con il “falso nueve”, Fabregas, al posto di Torres. Chiara l’intenzione di Del Bosque di portare fuori posizione i centrali portoghesi. Quando poi gli avversari saranno stanchi ecco la carta del Niño, per allungare la difesa. L’unica novità sarà la presenza di Pedro al posto dell’affaticato Silva: il primo, più attaccante, dovrà andare in verticale e tenere impegnato Conetrao. Per isolare Ronaldo: basterà? Formazione Spagna: Casillas; Arbeloa, Ramos, Piquè, Jordi Alba; Busquets, Xabi Alonso, Xavi; Pedro, Fabregas, Iniesta.