Chi l’ha detto che i paesi ospitanti di Euro 2012 sono solo due? A Polonia ed Ucraina, infatti, bisogna aggiungere anche la Repubblica Ceca, che con la Polonia confina e che, ironia della sorte, è stata inserita proprio nel gruppo dei polacchi. Basti pensare che il gruppo ha raggiunto il quartier generale di Oporowska addirittura in treno. Una variabile da non sottovalutare, in un girone che si preannuncia equilibratissimo. Al resto dovrà pensarci la confortante tradizione della squadra agli Europei. C’è infatti una Repubblica Ceca da Mondiali, ed una da Europei, o almeno questo è quanto suggerito dal curioso andamento della nazionale biancorossoblu dopo la scissione dalla Slovacchia del 1993: se infatti la squadra è riuscita a qualificarsi solo una volta alle edizioni dei Campionati Mondiali post-divisione, nel 2006 e senza passare il primo turno, il percorso nel trofeo continentale è stato ben diverso viste le cinque qualificazioni su cinque ma soprattutto la sorprendente finale raggiunta nel 1996 e la semifinale del 2004.
Certo i tempi sono cambiati e dalla generazione di Pavel Nedved si è passati a quella di Tomas Rosicky: e se il tasso tecnico del fantasista dell’Arsenal non è certo inferiore a quello del Pallone d’oro 2003, di sicuro la continuità di rendimento e la fisicità dell’ex juventino non appartengono al bagaglio di Rosicky. Così quella che si affaccia ad Euro 2012 è una Nazionale ringiovanita, che ha trovato la qualificazione al playoff contro il Montenegro e che non sembra avere almeno apparentemente particolari ambizioni. Il gruppo A comunque, con Russia, Grecia e Polonia, consente di sperare nei quarti di finale: la gara d’esordio è prevista già per venerdì 8, in serata, contro la Russia ed il ct Bilek è pronto a sfidare gli scettici: “Non ci danno grandi chances ma questo non mi preoccupa: partire a fari spenti farà solo bene ad un gruppo che in questo biennio ha già fornito ottime risposte“. E comunque parte di quel passato glorioso sarà al fianco dell’attuale squadra durante Euro 2012: il team manager è infatti Vladimir Smicer, protagonista del gruppo del ’96 (e ben presente anche nei ricordi dei tifosi milanisti per il gol del 2-3 nella finale di Istanbul contro il Liverpool).
L’ex attaccante non getta la spugna prima di cominciare ed anzi fa sottolineare il grande calore del pubblico: “Ad Euro ’96 ci seguì un elevato numero di tifosi ma mai in un numero così consistente quanto quest’anno” ha detto. Inevitabile conseguenza, come detto, della vicinanza dei paesi ospitanti ma pure della curiosità dei tifosi verso un gruppo in divenire che punta a fare esperienza. A tenere alto il morale del gruppo sono poi non solo le altre parole di Smicer, che ha assicurato sulla presenza in tribuna di Poborsky e Nedved per la partita contro la Russia, ma soprattutto le buone notizie circa le condizioni fisiche dello stesso Rosicky, che ha smaltito l’infortunio muscolare patito nelle giornate conclusive della Premier League e che l’aveva costretto a saltare le ultime due amichevoli di preparazione. Sembra addirittura possibile un suo impiego da titolare venerdì sera: “Le sue condizioni sono in rapido miglioramento, credo che potrà giocare titolare” ha detto Bilek. Una notizia che fa tirare un sospiro di sollievo all’intero ambiente ceco: perché la qualità seppur intermittente di Rosicky è l’unica vera arma a cui attaccarsi per sperare di qualificarsi ai quarti di finale. Un traguardo che varrebbe quasi quanto un titolo Europeo: nonostante un ingombrante e recente passato.
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