La missione è ufficialmente partita, e l’augurio, banale ma inevitabile, è che si concluda il più tardi possibile. L’Italia di Cesare Prandelli è stata tra le ultime nazionali a raggiungere la sede di Euro 2012, e la speranza è che sulla pista di decollo siano stati lasciate anche le scorie di queste due settimane infernali, leggi veleni infiniti tra scommesse ed indagati, la piccola-grande serie di guai fisici, peraltro in comune con gran parte delle altre finaliste ma soprattutto le preoccupanti risultanze dell’amichevole di venerdì contro la Russia. La comitiva azzurra, priva per la prima volta da venticinque anni a questa parte del team manager Gigi Riva, bloccato a casa da un guaio ad una spalla, ha lasciato l’Italia alle 15.30 atterrando a Cracovia alle 17.35 (in Polonia l’orologio va posto indietro di un’ora), trovando una leggera pioggia ed un clima fresco: qui avrà sede Casa Azzurri, l’abituale punto di riferimento per giornalisti e sponsor, mentre il quartier generale della squadra sarà a Wieliczka, a 30 km da Cracovia: il primo allenamento presso lo stadio Pilduski è previsto già per le 19. Il tutto durerà almeno fino a martedì 19, l’indomani dell’ultima partita del girone contro l’Irlanda che si terrà a Poznan così come quella del 14 giugno contro la Croazia mentre l’esordio contro la Spagna avverrà a Danzica. Ancora dubbi invece sulla visita del gruppo ad Auschwitz, prevista per mercoledì mattina: la Nazionale vorrebbe una toccata e fuga senza recarsi a Birkenau, sede dell’effettivo campo di concentramento nazista. E le polemiche già infuriano.

Ma passare il primo turno non può ovviamente essere che l’obiettivo minimo, nonostante il girone appaia insidioso. Sull’aereo per la Polonia sono ovviamente saliti anche Mario Balotelli, il cui risentimento al quadricipite accusato lunedì non preoccupa nonostante l’allenamento ridotto effettuato prima della partenza, ma pure Andrea Barzagli. Ma è ancora presto per capire se il difensore della Juventus abbia già in tasca anche il biglietto di ritorno: le sue condizioni infatti appaiono compromesse, i venti giorni di prognosi per guarire dallo stiramento al soleo della gamba destra lo costringeranno a guardare da spettatore l’intero girone eliminatorio ed anche un suo recupero per l’ipotetico quarto di finale in programma il 23 o il 24 giugno sembra molto difficile. Logica imporrebbe di non giocarsi un posto in rosa in un reparto già balbettante ma Prandelli e lo staff medico attenderanno fino a sabato, vigilia del debutto contro la Spagna e regolamento alla mano ultimo giorno utile per sostituire un infortunato.

In preallarme è già stato messi Davide Astori, ed anche questa decisione non ha mancato di suscitare polemiche: in primo luogo da parte di Mimmo Criscito, l’illustre escluso per i noti fatti, secondo cui il ct gli avrebbe promesso una nuova chance in caso di infortunio di un compagno (ma la Federazione ha smentito tale ipotesi), ma anche, seppur più sommessamente, di Andrea Ranocchia, che da riserva “ufficiale” sembrava il predestinato per la sostituzione. Ma a prescindere dal sostituto, il ko di Barzagli sembra allontanare definitivamente l’ipotesi della difesa a tre: in primo luogo per mancanza di interpreti all’altezza, visto che sembra impensabile usufruire di Ogbonna, che con questo schema ha giocato solo qualche partita all’esordio in A con Zaccheroni, mentre pittoresca e niente più sembra l’ipotesi-De Rossi, pur provata in allenamento, ma pure perché il gruppo non sembra del tutto persuaso a riguardo. Meglio così? Per Barzagli ovviamente no, per la squadra chissà…