Sarà anche vero che oltre metà della popolazione polacca vivrà distrattamente l’Europeo casalingo, ma lo zoccolo duro degli appassionati si appresta invece a vivere la manifestazione con la giusta partecipazione, consapevoli dell’unicità dell’evento e della necessità di sostenere una squadra non certo sprovveduta sul piano tecnico e pronta a giocarsi le proprie carte per una storica qualificazione ai quarti di finale, nella speranza che tutto questo sia propedeutico al rilancio del calcio nazionale già a partire dai Mondiali brasiliani del 2014. Alla squadra del ct Smuda spetterà l’onore di inaugurare la 14° edizione degli Europei, venerdì alle 18 in un National Stadion di Varsavia che si annuncia strapieno, subito dopo la sobria cerimonia d’apertura. Avversario la Grecia, ed è fin troppo chiaro come in un girone così incerto Lewandowski e compagni dovranno subito cercare di partire col piede giusto. La fase di preparazione non ha visto alcun contrattempo: né sul piano fisico né su quello organizzativo. Così, nonostante la difficoltà nel valutare la vera forza di un gruppo che da due anni effettua solo amichevoli, l’ottimismo la fa da padrone.

Lunedì 4 la squadra al completo ha visitato il Palazzo della Cultura e della Scienza di Varsavia, al cui interno un intero stand era riservato alla rosa della Nazionale campione olimpionica nel 1972. Ma quella di mercoledì 6 giugno è una giornata storica per tutto il calcio polacco: sono infatti tornati da San Diego i resti di Kazimierz Deyna, uno dei più grandi giocatori polacchi di ogni tempo, leader di quella selezione Olimpica, bandiera del Legia Varsavia e secondo nella classifica di presenze in Nazionale, scomparso in un incidente stradale avvenuto proprio in California, dove Deyna chiuse la carriera di calciatore e si trasferì a vivere, il 1° settembre 1989: a portare le ceneri di Deyna è stata la vedova, su espressa iniziativa dei tifosi del Legia Varsavia decisi a seppellire nella loro città quanto rimane del loro mito. Sempre mercoledì, poco distante dallo stadio del Legia, è stato scoperto un monumento dedicato a Deyna. E dal passato dovrà arrivare una spinta ulteriore per un gruppo che vuole entrare nella storia del calcio locale dalla parte giusta. Gli ingredienti per ben figurare sembrano esserci tutti: dal contesto ambientale, visto che anche l’organizzazione dell’evento, a differenza di quanto successo ai “cugini” ucraini, è stata impeccabile, a quello tecnico.

L’amatissimo ct Smuda infatti ha saputo capire fin da subito quanto fosse importante cementare il gruppo fin dalle prime amichevoli: nella rosa quindi c’è stato spazio solo per chi avesse davvero a cuore le sorti della Polonia, e poco importa se a pagare sono stati anche nomi illustri come Boruc o Wasilewski. Il tecnico ha a disposizione una rosa giovane ma qualitativa in cui non manca il giusto mix tra elementi di primo piano ed altri pronti a mettersi a disposizione: Blaszczykosvski e Lewandowski appartengono ovviamente alla prima categoria e con loro capitan Obraniak oltre alla stellina Rafal Wolski, talentuoso centrocampista classe ’92 che forse non troverà posto dall’inizio ma che potrebbe rendersi utilissimo a gara in corsa visto che la sua giovane età dovrebbe permettergli di sentire meno la pressione, uno dei maggiori pericoli per il resto del gruppo. Meno qualitativo appare il reparto difensivo: ma giocare all’attacco e dare tutto è quanto i tifosi chiedono ai propri beniamini. Il resto sarà tutto guadagnato.