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C’è una parola che ricorre nelle analisi del dopo-Inghilterra di Cesare Prandelli. Non è “vittoria”, come ci si sarebbe potuto aspettare, né “meritata”, bensì “gioco”. Dal primo momento della sua avventura azzurra Prandelli ha pigiato lo stesso tasto, la ricerca del gioco, della costruzione. La partita non va subìta, ma fatta. Certo tra la volontà e la realtà c’è sempre una notevole differenza, e la missione spesso non è riuscita, soprattutto durante quest’Europeo ma ora il c.t. si gode la bella serata, in cui anche le altre potenze calcistiche rendono omaggio alla nuova mentalità italiana. Quella del gioco: “Ci sono volute delle idee di gioco per venire a capo di questa partita, della difesa inglese – dice il c.t. azzurro pochi minuti dopo il rigore decisivo di Diamanti. Ma secondo me questo è il calcio del futuro: veloce e propositivo. Siamo stati bravi a non farli ripartire. La Germania? Non sarà facile, soprattutto perché abbiamo due giorni di riposo in meno”. La squadra sembra gradire il nuovo atteggiamento, e nel dopo-partita è un florilegio di esultanze, seppur composte.

Cucchiaio d’oro

Come quella di Andrea Pirlo, buono ma non eccezionale nei 120’, superlativo nell’atto conclusivo con un cucchiaio che è già storia: “Ho visto il portiere molto carico e ho pensato di fare così, in fondo è stato più facile che piazzarlo perché ho creato pressione ad Hart”. Gioia anche per Daniele De Rossi, seppur macchiata dal guaio alla schiena che ne mette in dubbio la presenza contro la Germania: “Da qualche giorno convivo con il dolore, sono uscito perché non ce la facevo più. Ora provo tanto dolore, non sono ottimista per giovedì”. Difficile però che un gladiatore di questa portata si arrenda al nervo sciatico, soprattutto dopo una serata del genere: “È stata una serata di quelle che ti rimangono dentro per sempre, e quando ho visto entrare il rigore di Pirlo ho capito che non potevamo proprio perdere. Il gol personale? C’ho provato due volte, ma non sono stato fortunato colpendo il palo. Ci aspettavamo una partita del genere ma siamo stati superlativi mostrando un’intensità incredibile frutto del lavoro fatto con il mister”.

I sassolini di Gigi

Voce fuori dal coro quella di Buffon. Fuori luogo sono parse le sue polemiche del dopo-partita, in cui si è perso nel togliersi qualche sassolino: “Ho motivi per essere felice, ma ne avrei anche per essere irritato. Quali? Chi ha un po’ di lume, capisce”, con chiaro riferimento alla vicenda-scommesse ed alle accuse dei giornalisti. Meglio stendere un velo pietoso, come strano è il manifesto programmatico conclusivo del portiere: “Io non sono uno che fa i salti di gioia perché arriva in semifinale. Solo se arriverò fino in fondo e vincerò avrò motivi per gioire”. Discutibile: per quest’Italia la semifinale è già un trionfo.