Più contraddittorio di così l’esordio azzurro non poteva essere: c’è chi ha giudicato esaltante la prestazione offerta contro la Spagna e chi è rimasto su posizioni più prudenti sospendendo il giudizio in attesa di capire se questa Nazionale ritroverà il filo del gioco. Già, perché la gestione Prandelli era partita con un must, quello di giocare la palla, sempre e comunque: una filosofia stracciata dalla necessità contro la Spagna, ma che dovrà tornare di moda contro la Croazia. La partita contro la squadra di Bilic, in programma giovedì alle 18 a Poznan, sarà infatti la gara decisiva dell’Europeo italiano: non solo perché i croati ci stanno davanti in classifica, e non batterli significherebbe esporsi al rischio “biscotto” nell’ultimo turno, ma perché dopo essersi modellata sull’avversario contro la Spagna, ora l’Italia dovrà tornare padrona del campo.
E’ però bene chiarire fin da subito che Croazia e Spagna non sono squadre agli antipodi: certo, la differenza di tasso tecnico è evidente, e pure le idee tattiche dei due allenatori sono agli antipodi (Bilic schiera due “centra vantoni”, Del Bosque esaspera il concetto degli attaccanti mobili), ma le due nazionali hanno qualcosa in comune, la tecnica del reparto di centrocampo. Xavi da una parte e Modric rappresentano due centri di gravità, morfologicamente diversi ma ugualmente insidiosi: mentre il regista del Barça ama gestire il traffico dalla sua mattonella, il talento del Tottenham è un autentico uomo-ovunque. Bilic gli ha consegnato le chiavi della Croazia e questo Europeo sembra essere la vetrina giusta per la consacrazione di questo regista atipico, che gioca in quaranta metri: da play basso a trequartista con la stessa qualità delle giocate.
Pensare di marcarlo a uomo è un’utopia, come d’altronde sarebbe sbagliato immaginare che stoppando Modric equivalga a fermare la Croazia. Tante altre sono le armi a disposizione di Bilic: da Srna, terzino destro d’assalto che potrebbe inchiodare la difesa a tre azzurra, fino a Perisic, mezzala imprevedibile quanto imprendibile. I punti deboli non mancano, a cominciare dalla lentezza della difesa: anche pensando a questi Prandelli dovrà ponderare le scelte giuste di formazione.
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