Ora è certo: Cesare Prandelli sta acquisendo esperienza anche nel ruolo da c.t. Come giudicare altrimenti la decisione, certo presa di concerto con la Federazione, ma comunque ben ponderata dal tecnico, di “schierare” in conferenza stampa Mario Balotelli alla vigilia del quarto di finale contro l’Inghilterra? Un’astuta mossa diplomatica, volta a caricare sulle possenti spalle di Super Mario l’attesa della partita, e ridurre al minimo le domande sulla tattica e sul modo in cui la squadra proverà ad attaccare gli inglesi. Dal canto suo Balotelli non ha regalato nulla di nuovo, confermando nel bene e nel male le sue qualità. Come deve ancora migliorare molto in campo, tanti sono i passi da fare nella comunicazione.
Mario-show. Preciso, fin troppo, e puntuale nelle repliche a giornalisti e compagni. “Io non ho paura di nessuno, né dell’Inghilterra, né di nessun altro, e non devo dimostrare nulla a nessuno. Tenevo molto al gol contro l’Irlanda, per me è stato importante, ma ora penso alla prossima partita. E se non ho esultato sono problemi miei: non avevo nessun problema personale, né il culo nella nutella”. Risposta chiarissima ad un articolo di Tony Damascelli de Il Giornale, che l’aveva definito “viziato” (eufemismo). Seduto alla sinistra di Barzagli, Balotelli non ha tradito emozioni ma la solita rabbia. Speriamo che sia funzionale ad una partita in cui, come e forse più dell’Italia, lui stesso si gioca tantissimo.
Pretattica. Passando alla partita, si infittiscono i dubbi sullo schieramento difensivo. Perchè Barzagli si sarebbe tradito parlando di difesa a quattro, ma è sempre meglio non fidarsi. Dal canto suo Prandelli non solo non ha svelato la formazione, come previsto, ma ha assicurato che pure i giocatori la conosceranno un’ora prima del fischio d’inizio. Poco probabile, ma la pretattica ci sta, così come più di una sorpresa. “L’Inghilterra è una squadra difficile da affrontare, si schierano in quaranta metri e dovremo essere bravi a controllare sempre il gioco ed a trovare i metodi giusti per attaccarli. Non siamo la squadra più forte, ma ci stiamo impegnando per diventarlo”. Dall’altra parte Hodgson, dopo aver svicolato alla domanda “Giocherete all’italiana?” (“Non capisco cosa intendiate”, ha risposto), si è speso in elogi per Prandelli e l’intero gruppo azzurro spalleggiato da Gerrard. Scambi di cortesie e pretattica. Ma l’Inghilterra non ha Balotelli: né fuori né dentro al campo.
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